14 dicembre 2016

Prince & NETFLIX


Prima della sua prematura scomparsa, all'inizio di questo disgraziatissimo 2016
il nostro principe stava progettando un reality show per NETFLIX.
La fotografa Maya Washington ha rivelato che era in trattative
per creare lo show nel suo piccolo 'regno' di Paisley Park.

L'aveva contattata chiedendo il suo aiuto dicendo
che avrebbe partecipato solo se fosse stata nel programma.
Parlarono della sua vita privata e del suo lato comico
che la gente non conosceva ma a quanto pare lui aveva in mente tutt'altro:
"Perché non vuoi che vedano il tuo senso dell'umorismo"?
"Maya, non può e non deve essere uno show divertente, devo salvare il mondo."

Netflix ha confermato la potenziale produzione dicendo "Abbiamo avuto diversi
incontri sul progetto ma purtroppo per tutti noi non abbiamo fatto in tempo."
A Paisley Park il reality avrebbe sicuramente avuto successo anche se è difficile
chiedersi come e se Prince avrebbe mai partecipato in prima persona.
Comunque è già previsto un documentario, una biopic che uscirà nel 2017
intitolata "Prince: R U Listening?"

Il filmato racconterà la storia della Purple One
attraverso i suoi compagni di band gli amici e familiari.
Dez Dickerson, primo chitarrista e Andre Cymone amico e bassista ufficiale,
sono compresi nel film, così come Sheila E, Lenny Kravitz, Mick Jagger, Billy Idol e Bono.

"Prince: R U Listening?" sarà guidato dal regista e produttore Michael John Kirk
già premiato con l' Emmy e noto in America per il suo documentario della PBS Frontline.

Intanto nelle scorse settimane una famiglia del Minnesota ha onorato Prince
con un bellissimo spettacolo di luci.
Mike Staudt e la sua famiglia hanno preparato un addobbo natalizio molto speciale
in tema cromatico esclusivamente viola.

"Siamo sempre stati solo appassionati occasionali di Prince
ma la sua scomparsa ci ha veramente colpito" ha detto Staudt.
"Siamo pentiti di non avere mai preso coscienza di avere una stella così iconica
e così vicina a noi e di non aver mai assistito ad un suo concerto o spettacolo qui al Paisley.
La sua scomparsa ha significato così tanto per la nostra comunità
che abbiamo deciso di fare una breve dedica con queste luci di Natale per onorarlo
abbiamo ricevuto molti complimenti per questo e alcune persone hanno anche pianto dalla commozione."

Intitolata "The Lights on Pascolo" la sequenza include circa 10.000 luci
che girano su 8.500 canali controllati da computer ed effetti robotici
sincronizzati con la musica di Natale.
Staudt ha stimato almeno 200 ore di lavoro per realizzare il progetto
tra luci oggetti di scena costruiti  programmazione editing audio impostazioni e verifiche.
Il risultato finale è uno spettacolo lungo 14 minuti
caratterizzato da un intermezzo di "Purple Rain" di circa un minuto e mezzo
con migliaia di luci viola e l'immagine di Prince.

10 dicembre 2016

"CIAO2001" il nostro web era l'edicola!


I più anzianotti se lo ricorderanno si chiamava 'CIAO 2001'
e tutta la musica scorreva li dentro perché alla tv
gli unici suoni che avevamo
erano i SanRemi e PippiBaudi...in bianco&nero
se volevi notizie classifiche e immagini a colori
il nostro web di allora era soltanto l'edicola.
  


Non c'era ancora nessuna pubblicazione di riviste anglosassoni
e 'ilCiao' era la sola risorsa che avevamo.

Quando poi arrivarono le nostre radio
fu utilissimo anche per la diffusione corretta (e autorevole)
di tutti gli eventi rock pop jazz che nessun altro canale
avrebbe mai potuto raccontare h24.

Anche io ero già affamato cronico di classifiche e news
e solo grazie a lui potevo informarmi / informare
di tutto quel che accadeva nel mondo.

Fra le tante rubriche, le più amate erano le classifiche 

tranne un piccolo dettaglio...

TROVARE i dischi!

Evidentemente sia la povertà di mezzi
che del mercato discografico di allora
non ci consentiva di avere tutti i titoli
e solo sporadicamente avevamo la fortuna di girare
e scovare vinili d'importazione fra Roma Firenze e Bologna
altrimenti si telefonava ai negozi
e si cucinava quel che c'era, punto.

La Billboard Year-End chart è il riepilogo ufficiale
delle performance ottenute dalle 100 hit durante tutto l'anno 
e viene pubblicata ancora oggi su Billboard 
alla fine di ogni novembre
ma nel 76 la si poteva leggere solo sull'amatissimo CIAO
la nostra  Bibbia il nostro GUUUGOL...


Questo è il report di QUARANTA ANNI FA
della mia prima 'Billboard Year-End chart'
del dicembre 76
Avevamo appena aperto #RadioOndaLibera
e di questi 25 ne avevamo appena la metà!









 CIAO2001 su Wikipedia





04 dicembre 2016

Frank Zappa


"Oggi" nel 1993, scompare #FrankZappa
uno dei personaggi più geniali della musica
non chiedetemi di quale genere perché lui li ha divorati tutti
dal rock al jazz al progressive alla classica fino alla satira e al cabaret
non si è fermato di fronte a nulla.

Classe 1940, vita familiare e sociale molto difficile e "vivace"
talmente vivace che il padre lo allontanò da casa e parenti
per la sua indisciplina quotidiana e lo scarso rispetto delle tradizioni...
erano di origini siciliane (di Partinico) figuratevi se potevano convivere 
con chi disprezzava la cucina italiana e soprattutto, la religione cattolica.

Dopo mille peripezìe e un arresto
finalmente riesce ad approdare alla #MGM
che gli riconosce la sua bravura mostruosa con la chitarra.
Nel 66 arriva il primo (doppio) album "Freak-Out!"
uno dei primissimi vinili doppi dell'epoca, già rivoluzionario e dissacrante
nonché fonte di ispirazione di #PaulMcCartney per #SgtPeppersLonelyHeartsClubBand.

Da li in poi sono decollati ben 117 album (ufficiali)
ma è un conto approssimativo e ancora oggi nessuno sa quanti realmente siano.
In ogni album sempre una sorpresa che spiazza e sconvolge
nessuno che segua il filo "logico" delle partiture classiche
ti spiazza e spazia ovunque, dal rock ai cartoons fino al caos più totale:
"Faccio anche musica brutta perché l'America è brutta"
diceva rivolgendosi ai politici dell'epoca (storia sempre uguale).

Oggi potremmo, anzi possiamo assolutamente accostare a Zappa
la band di #ElioELeStorieTese che da bravi nipotini
hanno attentamente seguito le orme dello zio.
Ma il meglio di se Frank lo dava in concerto
negli imprevedibili personaggi che inventava
nei travestimenti da attore consumato o clown
nella raffica di monologhi verso le classi dominanti di palazzo
sempre accompagnate da improperi e vaffanculi ben farciti
ma anche e soprattutto, da un talento tecnico sublime e indiscutibile
che lo ha inserito nell'unico recinto possibile per lui
quello dei primi 20 chitarristi al mondo.

Non c'è quasi nulla che Frank Zappa non abbia già fatto
e se siete a corto di ispirazione andate a cercarlo, vi stupirà ancora
ma accostatevi al genio con rispetto e senza pensare di catalogarlo
 perché non ci riuscirete.

11 novembre 2016

Ciao ROL come stai?


Dice che...
Dovevo/Dovevano stupirti con luci e baldorie
effetti speciali e celebrazioni
invece, prigionieri della nostra quotidiana quotidianità
ci salutiamo in poche righe ma va bene lo stesso
tu lo sai che i sermoni non mi piaccciono.

Sono sempre io, ti presi la manina che neanche camminavi
ancora più piccola dei bimbi ritratti qui sopra
(il tuo primo manifesto)
ma già vispa e promettente

Grazie a questi 5 bravi 'genitori'
(da sinistra Roberto Becchetti Filippo Donini
Luigi Brachelente Gabriele Violini
e Francesco Belardinelli al mixer)
sapevi già suonare e cantare forte
così forte che ti sentivano quasi a Perugia!

Dopo mesi di allenamenti e sperimentazioni
decisero di farti uscire fra le prime "radio libere" italiane.

Era l' 11 novembre 1976,
la storia, la tenerezza e quei tempi puri e folli
sono incancellabili.

Avevo solo 15 anni ma appena chiesero di accudirti come zio
non esitai un istante continuando giorno e notte fino ai tuoi 7 anni
e oggi, grazie a Giuliano Zucchini e Susanna Polidori (con te dal '79)
sei una splendida quarantenne sempre bella e in grande forma.

Ciao ROL, tanti auguri e fai la brava (come sempre) - Gigi

#RadioOndaLibera

25 ottobre 2016

Prince 4Ever



Come vi ho già annunciato il mese scorso sulla pagina Facebook
l'immensa quantità di materiale dell'archivio di Prince
è oggetto di attenti riascolti e supervisioni
e già nel corso di questa fine 2016 e poi a gennaio
sono previste interessanti uscite di greatest e inediti.

Pochi giorni fa (21 ottobre) la NPG Records e la Warner
hanno annunciato per il 22 novembre in USA e il 25 nel mondo
la prima raccolta pubblicata dopo la sua scomparsa.

S'intitolerà 'Prince 4Ever' e conterrà
40 dei brani più amati di sempre.

Fra i gift della compilation ci sarà un inedito, "Moonbeam Levels"
registrato originariamente nell'82 durante le session dell'album '1999'
e un booklet di 12 pagine con immagini mai viste prima
realizzate dal grande fotografo Herb Ritts.

Più avanti, all'inizio del prossimo anno
arriverà un  secondo album di inediti
con la versione tanto attesa e rimasterizzata di 'Purple Rain'.

Da sottolineare che queste uscite
erano già state programmate e concordate
dallo stesso Prince poco prima della morte.

Maggiori dettagli li avremo a ridosso di gennaio
intanto vi lascio la track list di 'Prince 4Ever' :


1. 1999
2. Little Red Corvette
3. When Doves Cry
4. Let's Go Crazy
5. Raspberry Beret
6. I Wanna Be Your Lover
7. Soft and Wet
8. Why You Wanna Treat Me So Bad
9. Uptown
10. When You Were Mine
11. Head
12. Gotta Stop (Messin' About)13. Controversy
14. Let's Work
15. Delirious
16. I Would Die 4 U
17. Take Me With U
18. Paisley Park
19. Pop Life
20. Purple Rain
21. Kiss
22. Sign 'O' The Times
23. Alphabet Street
24. Batdance
25. Thieves In The Temple
26. Cream
27. Mountains
28. Girls & Boys
29. If I Was Your Girlfriend
30. U Got The Look
31. I Could Never Take The Place of Your Man
32. Glam Slam
33. Moonbeam Levels
34. Diamonds and Pearls
35. Gett Off
36. Sexy MF
37. My Name Is Prince
38. 7
39. Peach
40. Nothing Compares 2 U


19 settembre 2016

L'Album del Mese è dei Beatles


Revolver è il settimo album della discografia ufficiale dei Beatles

L'ho scelto per celebrare
i 50 anni del suo successo.

Rimase in testa alla  'BILLBOARD 200'
dal 10 settembre al 15 ottobre 1966
è uno degli album migliori del gruppo
uno scrigno di piccoli capolavori
(nessun brano supera i 3 minuti)
che ha cambiato per sempre la storia del Rock.

Revolver nasce dopo una lunga serie
di viaggi concerti e strilli assatanati
delle fans deliranti
che li avevano portati al massimo livello
di fama e successo
ma al minimo di creatività.

Dopo aver raggiunto il punto di saturazione
staccarono tutto e annullarono ogni impegno
(compresi i concerti già programmati).
Si rinchiusero negli Abbey Road Studios
per capire il cosa/come/dove dirigere
 le loro personalissime ispirazioni
per un progetto di senso compiuto e condiviso.

E' un nuovo inizio di crescita e sperimentazione
dove non si faranno mancare più nulla (in ogni senso).
Si apre l'era psichedelica dei Beatles
antipasto di 'Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band'
dell'anno successivo.

Tutto sommato andavano ancora d'accordo
e seppur fra mille personalismi e discussioni
riuscivano ancora a trovare la sintesi comune.

Paul si stava fissando con la classica

George col misticismo indiano

John sprofondava nell'interiorità (e nell'acido)

e Ringo, beh lui a parte un po' di figa
niente (come al solito)

eppure la sua presenza era fondamentale,
quasi da 'osservatore esterno'
li guardava come alieni
e al tempo stesso
riusciva a controbilanciare
le forze centrifughe
per riportarli sulla terra
e tenerli uniti,
dev'essere stata una faticaccia immane
ma ci riusciva sempre
(per 4 anni ancora).



Revolver però fu sviluppato anche a grazie alle presenze in studio
di attentissimi e competenti 'artigiani' . 
Geoff Emerick (tecnico di studio)
ebbe un ruolo fondamentale
nel conciliare e tradurre in suono
tutte le visioni della scrittura
e tempo dopo disse:

 «Dal giorno in cui uscì, Revolver cambiò per tutti
il modo in cui si facevano i dischi.
Nessuno aveva mai udito niente di simile.»

Soprattutto grazie ai brani di John
come 'Tomorrow Never Knows'
ispirato al libro dei morti della cultura tibetana

'I'm Only Sleeping' con le chitarre registrate al contrario
'She Said She Said' dichiaratamente ispirato all'LSD,
e 'Doctor Robert', il dottore lisergico.

E poi ovviamente quella perla di 'Eleanor Rigby'.


Drammatica e grigia
e vestita con gli archi del grande George Martin
ma creata completamente da Paul
anche se John (mentendo) sostenne di averne scritto il 70 per cento.

Non mancava nulla, neanche la black-Motown
di 'Got to Get You into My Life'.
La sua complessità musicale
è provata dai due mesi di registrazioni
e dalle sei sedute necessarie per la versione definitiva.

La genialità della ricerca sonora di questo album
è anche frutto delle decine di sperimentazioni di Paul
usando nastri tagliati e registratori portatili.
Ovviamente siamo nel '66
e potevano affidarsi soltanto alla magìa artigianale
fatta con mani e forbici
incisioni e sovraincisioni
volumi e dissolvenze

« Facemmo partire i loops e poi avviammo la pista di Tomorrow Never Knows
e giostrammo con i regolatori di dissolvenza e, prima ancora che si
potesse dire che era un loop, prima che cominciasse a ripetersi un sacco di volte,
io inserivo uno degli altri regolatori e così,
usando anche le altre persone “Tu inserisci quello”, “Tu inserisci quell’altro”,
facemmo una registrazione a metà casuale e a metà orchestrata delle
varie cose e la riversammo su una pista del vero nastro master.
Lo riascoltammo alcune volte e cambiammo alcuni nastri, fin quando non
ottenemmo quello che pensavamo andasse veramente bene. »



Un Revolver micidiale, ancora oggi


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06 settembre 2016

Meninos da rua: testimonianze sul campo



Nel post precedente parlavamo più della situazione politica
ora chiudiamo la pagina di merda politica
e apriamo quella di merda sociale...






parliamo di loro







Intanto ringrazio il gruppo dei miei folli colleghi freelance
che mi aggiornano costantemente.
Questo blog grazie a loro è tradotto e diffuso anche in America Latina
e molti si stupiscono che gli italiani si stupiscano...
mi hanno appena ricordato che ormai anchio
sono esposto a controlli e censura
anche se sanno bene che non essendo molto mansueto
non me ne frega un cazzo.
Certo, se volessi atterrare a Rio potrei avere 
(minimo) qualche ritardo coi bagagli...
se non mi rivedrete, ora sapete.

Non scrivo nessun segreto di stato ma solo fatti reali
scrivo/scriviamo di bambini
anche se imparano subito a comportarsi da adulti
fumano
si drogano
si ubriacano
spacciano
rubano
mendicano
si prostituiscono
sparano
uccidono.
E allora via, vanno eliminati cancellati spariti e sparati.
Ma da dove vengono?
Di chi cazzo sono 'sti meninos?
(Questa è una delle domande più frequenti che fate)



Non sono di nessuno
nessuno li vuole
nessuno li cerca
nessuno li conosce.
Sono orfani di delinquenti e disgraziati
frutti indesiderati
sbagli irreversibili
errori di vita
maledizioni divine
scarti
rifiuti
topi di fogna
scarafaggi
e quindi vanno eliminati cancellati formattati.

La maggior parte di loro non arriva mai alla maggiore età
se non li ammazzano i justiceiros muoiono per la vita che fanno
poi ogni tanto capita che in mezzo al gruppo qualcuno sbagli la mira
e spari a un bambino "normale" ma tanto che importa, il dovere è dovere.


Ho raccolto alcuni report ufficiali, archivi di stampa
e testimonianze dirette per far capire
a chi ancora avesse qualche dubbio
CHE E' TUTTO VERO...ACCADE...SUCCEDE

ho inserito anche report datati di anni
per darvi un'idea della dimensione temporale di questa tragedia

Prendete una media di 20.000 morti l'anno
e moltiplicatela per 50 (anni)
fa UN MILIONE
ed è solo una media (bassa)
e non parliamo di soldati caduti in battaglia
ma di BAMBINI



Nell'ordine

Ana Paula Oliveira, una madre che ha perso suo figlio
Alessandro Oppes, giornalista di Repubblica
alcune istituzioni (ONU e Amnesty International)
Andrea Franzini, un missionario italiano
che combatte sul posto da 20 anni.
Padre Gianpietro Carraro, fondatore della Missione Belem


Ho tralasciato le testimonianze più truci e sanguinose
in cui si parlava di abusi e pratiche aberranti
da parte di poliziotti e squadroni della morte.
Di quelli ho già ampiamente scritto per un anno intero
nei post più vecchi e su twitter.

Ok andiamo.....



Ana Paula Oliveira (2016) : La polizia di Rio ha ucciso mio figlio

"Il mio nome è Ana Paula Oliveira, sono pedagogista e ho 39 anni. 
Nata e residente nella comunità Manguinhos
nella zona nord di Rio de Janeiro
io sono la madre di Johnatha, aveva 19 anni quando è stato ucciso dalla polizia 
con un colpo alla schiena nel 2014, l'anno della Coppa del Mondo.

Tutta la nostra famiglia è qui .
Le mie due nonne sono arrivate ​​nella baraccopoli 
dopo essere state rimosse dalle loro case a Castagna e Pinto Beach.
Nel 2012, hanno cominciato a rimuovere i residenti dalla mia strada.

La mia famiglia ed io eravamo gli ultimi della lista. 
La nostra rimozione ha avuto luogo nel mese di ottobre 2013 
e ha portato molta sofferenza. 
A quel tempo, ho anche pensato che sarebbe stata
la più grande tragedia della mia vita.
Mi sbagliavo.


Il 14 maggio 2014, un mese prima della Coppa del Mondo
la polizia militare dello stato di Rio de Janeiro
ha ucciso mio figlio Johnatha con un colpo alla schiena. 
Mio figlio era disarmato e non aveva nessuna connessione
con le bande criminali. 
Eppure la polizia ha affermato di avere agito per auto-difesa.
Il caso è stato indagato solo perché c'è stata una grande mobilitazione 
della mia famiglia e della mia comunità.
Siamo ancora in attesa del processo.
Johnatha era un ragazzo affettuoso e caro per tutti gli amici e familiari. 
Non sono mai stata chiamata dalla scuola per qualche
comportamento scorretto.
Sognava di diventare un paracadutista e amava danzare.
I poliziotti che hanno ucciso Johnatha sono già accusati di tre omicidi 
e altri due tentati omicidi. 
Dopo aver ucciso lui hanno continuato impuniti
il loro lavoro per giorni.

Ci sono stati almeno altri otto morti, l'ultimo registrato
questo mese di giugno. 
Un ragazzo è stato ucciso dal taser e un altro
è stato picchiato a morte; il resto con armi da fuoco
e colpi alla testa e alla schiena. 
Tutti erano giovani neri. Quando qualcuno muore
io e altre madri cerchiamo le famiglie per fornire il nostro supporto. 
Ma ciò che realmente vogliamo è che la polizia smetta di uccidere.

Due anni sono passati dalla morte di Johnatha.
Sto scrivendo questo testo qui a Ginevra. 
Sono venuta per partecipare a una riunione del Consiglio ONU 
a parlare di violazioni dei diritti umani legate ai mega eventi sportivi
a Rio de Janeiro, ho molta paura delle prossime Olimpiadi.
E 'vero che l'essere in Europa è già una grande vittoria
fuori dalla baraccopoli con la responsabilità di rappresentare
migliaia di madri. 

Per noi che viviamo in invisibilità e siamo in grado
di dare voce ai nostri figli è molto importante.
Spero che la gente ascolti le nostre testimonianze
per cambiare questa realtà.

La mia unica certezza è che le Olimpiadi passeranno
ma io continuerò a lottare contro chi ha ucciso mio figlio.
Devo trovare giustizia in nome dell'amore che provo per Johnatha
e contribuire perchè casi come questo non accadano mai più.
Nessuna madre merita di passare attraverso questa esperienza!".

Ana Paula Oliveira


















Di ALESSANDRO OPPES
ho tratto un articolo dall'archivio di Repubblica  del 1996 

L'uomo seduto sul sedile posteriore mi puntò una pistola alla tempia e mi disse: 
'Adesso ti faccio schizzare via il cervello' . 
La macchina continuava ad andare 
poco dopo lui premette il grilletto". Wagner dos Santos oggi ha 22 anni.
Quella sera di luglio nell' inverno tropicale di Rio de Janeiro
c' era anche lui sulla piazza della Candelaria quando arrivò il commando
di poliziotti in libera uscita. 


Aprirono il fuoco su una folla di ragazzi che giocavano a pallone sul sagrato 
e sui meninos de rua che dormivano davanti al portone della Cattedrale. 
Ne uccisero sei, altri due cadaveri vennero trovati poco
più tardi in una strada vicina nel cuore finanziario della capitale carioca. 
C' erano almeno settanta persone sulla piazza della Candelaria, 
ma Wagner è l' unico che abbia accettato di testimoniare in tribunale.

Nonostante tutto. Nonostante quella notte gli abbiano sparato
senza poi infierire perché lo credevano già morto. 
E nonostante gli altri due tentativi di omicidio ai quali
scampò nei mesi successivi: un giorno gli spararono alla testa
un' altra volta alle spalle.
Da due anni Wagner è al sicuro in Svizzera, ora è tornato per raccontare 
davanti ai giudici la brutalità degli squadroni della morte, per dire tutto 
sulla fine dei suoi amici: giubbotto antiproiettile, occhiali scuri, berretto da baseball
impermeabile lungo, Wagner ha scioccato il Brasile con la sua testimonianza.

Ma nell' aula del tribunale di Rio - circondato da un cordone 
di oltre cento poliziotti mentre per strada i gruppi per la difesa dei diritti umani 
manifestavano la loro rabbia è stata un' altra testimonianza
il fatto più sconvolgente all' apertura del processo.

Marcus Vinicius Borges Emmanuel, 29 anni, uno dei tre agenti
accusati del massacro della Candelaria insieme a un altro complice
ha ammesso di aver partecipato alla strage. 
"Feci fuoco e ancora fuoco. Non vidi neppure chi era e che fine ha fatto". 
Poche ore più tardi Marcus Vinicius è stato condannato a 309 anni di reclusione
ma la legge brasiliana stabilisce che passerà in carcere solo 30 anni.
E' la prima volta che un poliziotto brasiliano confessa di aver fatto parte 
di uno degli squadroni della morte ingaggiati dai commercianti per eliminare 
nel più drastico dei modi la criminalità infantile.

Lo fanno per arrotondare il magrissimo stipendio 
(250-300 dollari al mese per un agente semplice 
contro i 5000 dollari ai quali può arrivare un commissario di polizia)
oppure perché sentono di dover compiere la missione di "ripulire" la società.

"Ma questa volta potremmo essere di fronte a una svolta"
dice al telefono dall' aula del tribunale di Rio James Cavallaro
direttore per il Brasile di Human Right Watch. 
"Speriamo che con questa sentenza si possa finalmente spezzare
il ciclo dell' impunità anche perché se non avessero punito i responsabili
questa volta sarebbe stato un segnale terribile davanti a tutto il mondo".

(Infatti tutto è cambiato da allora …in peggio)

Le istituzioni internazionali (perfino loro) 
hanno aperto gli occhi e perfino la bocca, meglio tardi che mai.
Sono solo dei comunicati che non aggiungono niente
ma comunque importanti e per il solo fatto
che siano stati divulgati ci conforta sapere
che anche loro si stanno degnando di fare un po' di luce.



2014 'Comitato Onu sui Diritti dell’infanzia'

"Abbiamo riscontrato un più elevato numero di esecuzioni sommarie 
di bambini negli ultimi mesi, accompagnate
dall’impunità della polizia brasiliana
direttamente coinvolta negli assassini".













2015 'Amnesty International':

"denunciamo esecuzioni extragiudiziali con la formula 
della «resistenza all’arresto» e segnaliamo che si tratta del 16%
degli omicidi avvenuti a Rio de Janeiro
negli ultimi cinque anni.
In molti casi le ferite provano che la vittima stava scappando
quando è stata raggiunta da un proiettile, o era in ginocchio.
Non ostante la nostra sia una organizzazione riconosciuta
a livello mondiale non siamo stati in grado di accedere
all'archivio generale della sicurezza".


Ed infine la testimonianza di Andrea Franzini
missionario cremonese da 20 anni impegnato in Brasile 
nella difesa dei diritti umani


"Purtroppo non c'è nulla di più vero e sconvolgente.
Centinaia di bambini sono stati uccisi per ripulire le metropoli
in vista dell'Olimpiade 2016.
Quando dico centinaia non sto parlando all'anno ma al mese.

La situazione qui ormai è catastrofica, anche io come tanti
che cercano di denunciare rischio l'arresto ogni giorno o peggio la morte.
Ma oramai non ci faccio più caso.
Su 50.000 omicidi l'anno, 30/50 al giorno sono bambini e adolescenti.
Lo stato parallelo di droga e armi esiste e domina su tutto.
I bambini reclutati nello sfruttamento infantile (infantile...non minorile)
sono 4 milioni per quelli più grandi che non vengono uccisi
c'è l'arresto immediato (ne sono stati già ingabbiati 30.000)
basta aver commesso il 'reato'di camminare senza scarpe
sulla spiaggia di Ipanema e si viene ammanettati.

Gli squadroni della morte degli anni 70 e 80 esistono ancora
ma oggi agiscono in maniera molto più raffinata.
Si occupano del cosiddetto 'igienismo', cioè controllare la spazzatura
... cioè...i bambini
uccidendoli sul posto oppure in maniera più elegante
dirottandoli verso altri tipi di morte
dai capi clan o trafficanti per esempio, sapranno poi loro
come 'impiegarli'
al consumo e allo spaccio autoalimentando il loro circuito
di morte senza fine.



Quando i telegiornali vi fanno vedere che la polizia entra nelle favelas
per fare 'opera di pacificazione' non credeteci MAI è una truffa,
è la comparsata mediatica per dire al mondo:
guardate quanta fatica ed impegno lo stato mette in questa
'difficile causa sociale'....applauditeci!
Ci sono 3 grandi 'partiti' che controllano il territorio
e il mercato di armi e droga di conseguenza
anche il materiale (i bambini)

1) le fazioni criminali
2) la polizia
3) la milizia (gruppi organizzati di ex poliziotti)

Se anche LA POLIZIA è uno dei tre attori protagonisti
sfuggire al massacro o anche solo denunciare è impossibile
per chiunque si 'intrometta'.
Ecco, questo è il florido Brasile che vogliono farvi credere".

.................

E' evidente che si tratta di un problema gigantesco
che nessuno ha potuto/voluto affrontare e risolvere
così si accetta che poliziotti più o meno deviati
se ne occupino regolarmente per consentire una vita sicura
sia ai quartieri che alle attività commerciali e al turismo.
Per sopravvivere mendicando o rubando
frequentano le zone più ricche e affollate della città
così è ormai prassi comune che lo stipendio del poliziotto
venga arrotondato dai profumati straordinari
pagati da associazioni di cittadini e imprenditori
che esigono sicurezza e pulizia (ordem e progresso..)

A me i preti non piacciono anzi, li sterminerei
ma non bisogna generalizzare, usiamo il dono del discernimento...
Padre Gianpietro Carraro (a sinistra nella foto e in fondo nel video)
è fondatore di "Missione Belem"
una delle più famose e attive organizzazioni umanitarie in Brasile.
Solo i più fortunati incontrano volontari e missionari come lui e Andrea
e solo una piccola percentuale di loro viene salvata educata e cresciuta
certo, il numero dei meninos è talmente grande


che i volontari non potranno mai farcela da soli.
ma è pur sempre qualcosa nel nulla che li circonda



Occorre un programma sociale concordato
e programmato insieme a pubblico e privato
fra stato e associazioni
e che possa agire dentro regole umane e civili non MILITARI
quelli dedichiamoli al terrorismo non ai meninos 
solo così (forse) si riuscirebbe a controllare e rigenerare 
un tessuto devastato da decenni di sangue miseria e terrore
ma è fatica costa troppo ci vuole troppo tempo 
e si fa prima a sparare, vero ....Dilma?





Credits :

Ana Paula Oliveira
Alessandro Oppes
Andrea Franzini
Padre Gianpietro Carraro
Missione Belem
Tiziana Alterio
IlMediterraneo portale

FORZA RAGAZZI.... BOA SORTE !