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16 luglio 2021

Cream



"Oggi" 16 luglio 1966 nascono i Cream
ai gggiovani in "ascolto" possiamo dire che

era una rock band britannica
era formata da Eric Clapton, Jack Bruce e Ginger Baker
si è sciolta quasi subito (nel 68)
e ha pubblicato solo quattro album
eppure ha influenzato tutto il panorama della musica rock
dagli anni 60 ai nostri giorni, 
da Jimi Hendrix ai VanHalen
e ancora oggi sono fonte di ispirazione
per le nuove generazioni.
I Cream nella loro brevissima carriera
hanno comunque venduto quasi 20 milioni di dischi
(numeri impensabili oggi).

Scopriteli/Riscopriteli

Eric Clapton – voce, chitarra
Jack Bruce – basso, voce
Ginger Baker – batteria, percussioni

Album Studio
1966 - Fresh Cream
1967 - Disraeli Gears
1968 - Wheels of Fire
1969 - Goodbye

Album Live
1970 Live Cream
1972 Live Cream Volume II
2003 BBC Sessions
2005 Royal Albert Hall London May 2-3-5-6 2005

Complation
1969 Best of Cream
1972 Heavy Cream
1983 Strange Brew: The Very Best of Cream
1995 The Very Best of Cream
1997 Those Were the Days
2000 20th Century Masters: The Millennium Collection: The Best of Cream
2005 I Feel Free Ultimate Cream
2005 Cream Gold

Singoli
Wrapping Paper
I Feel Free
Strange Brew
Spoonful - Part 1
Sunshine of Your Love
Anyone for Tennis (The Savage Seven Theme)
White Room
Crossroads
Badge
Lawdy Mama (live)




16 febbraio 2021

Emerson Lake & Palmer 74



Nel 1974 gli Emerson Lake & Palmer erano in tour in USA
per promuovere il quarto album "Brain Salad Surgery"
con i suoni del primo synth polifonico e della prima batteria elettronica.
Megapalco e 36 tonnellate di apparecchiature
incluso il primo sistema audio quadrifonico al mondo.

Insomma tutto grandioso e senza intoppi
tuttavia la data del 16 febbraio di quell'anno 
se la ricorderanno per ben altro...

a Salt Lake City furono ammanettati arrestati e multati 
(75$+100 di cauzione) 
per aver fatto il bagno nudi nella piscina dell'hotel 
nonché sculacciati...dai poliziotti (sta scritto nei rapporti ufficiali)
con "l'intimazione ufficiale di non farlo mai più".


Quella fu (e lo è ancora oggi) 
una delle notizie più ridicole della storia del Rock.



12 gennaio 2021

I debuttanti...Led Zeppelin

 "Oggi" 12 gennaio 1969

i Led Zeppelin pubblicano in USA il primo album
(31 marzo 69 in Inghilterra)
e si presentano ufficialmente al mondo.


Fu Peter Grant che aveva già collaborato con The Yardbirds
a "scommettere" su questi ragazzi preparando per loro
un contratto con la Atlantic e che contratto! 
Spuntò una delle cifre più alte dell'epoca 
per una band di esordienti, circa 200 mila dollari
ma evidentemente non ci voleva molto a riconoscere quei talenti
anche se non è sempre così scontato
i Beatles nel 62 vennero scartati dalla Decca 
e bollati come incapaci e insipidi...

Conosciuto anche come "Led Zeppelin I"  
fu registrato negli Olympic Studios a Barnes (Londra)
in appena 36 ore di lavoro
per un costo totale di sole 1.782 sterline
quasi tutti i brani furono eseguiti in 'live-recording'
con pochissime sovraincisioni.

E' diventato una pietra miliare del rock 
battezzando Jimmy Page fra i chitarristi più forti al mondo.
Pietra miliare anche per la copertina
ottenuta rielaborando un fotogramma
del disastro del dirigibile "Zeppelin LZ 129 Hindenburg"
avvenuto nel 1937.


Si narra che la nipote del Conte von Zeppelin
(Contessa Eva von Zeppelin) 
dopo aver visto la copertina a Copenaghen nel 1970
minacciò di querelare il gruppo 
per uso illegale del nome di famiglia


Citazioni:

"Sappiamo benissimo che stiamo facendo affari migliori 
di... un sacco di gente  che viene glorificata dalla stampa
(Rolling Stones) ma senza essere egocentrici 
riteniamo che sia arrivato il momento in cui la gente 
debba conoscere di noi cose diverse 
dal fatto che ci cibiamo di donne 
e ne gettiamo le ossa fuori dalle finestre".
(Robert Plant)

"Sono il fan dei Led Zeppelin più sfegatato del mondo. 
La loro musica, il modo in cui si comportavano, 
l'intera struttura di management - loro sono stati il modello. 
I Queen suonavano sempre Immigrant Song durante le prove, 
solo per lo splendore del suono".
(Brian May)

"Il suono che sentivo uscire da quelle casse, mentre cantavo, 
era di gran lunga meglio di qualsiasi figa d'Inghilterra. 
Era così sessuale, osceno, aveva così tanto potere...
insomma, era devastante".
(Robert Plant in -Il grande libro del rock e non solo- 
Massimo Cotto 2011)


3 Libri da consigliare:

Federico Ballanti, Led Zeppelin, Roma, Lato Side Editori, 1982

Cesare Rizzi, Enciclopedia della musica rock. 
1970-1979, Firenze, Giunti Editore, 1996

Massimo Cotto, Il grande libro del rock (e non solo), Rizzoli, 2011


In Vinile:

Lato A
Good Times, Bad Times 
Babe I'm Gonna Leave You 
You Shook Me 
Dazed and Confused 

Lato B
Your Time Is Gonna Come 
Black Mountain Side 
Communication Breakdown 
I Can't Quit You Baby 
How Many More Times



Registrazione:
Olympic Studios di Londra, 
settembre/ottobre 1968

Formazione:

Robert Plant - voce, armonica a bocca
James Patrick Page - chitarra elettrica, chitarra acustica, 
pedal steel guitar, cori
John Paul Jones - basso, organo, cori
John Bonham - batteria, timpani, cori

Altri musicisti:
Viram Jasani - tabla

Disco d'oro - 22 luglio 1969
Inghilterra - Settimane in classifica: 150
USA         - Settimane in classifica: 400



11 gennaio 2021

il Padre dell' Hammond



L'11 gennaio 1895
nasce Laurens Hammond
il Padre, dell' Hammond.

Se siete fra quelli che ora pensano...
"Che cavolo è sto "Hammond" forse è meglio che
vi dedichiate ad altre letture
a meno che, da bravi assetati
non vogliate scoprirlo proprio adesso.

L'Hammond è l'Organo più famoso del mondo
chiunque faccia/abbia fatto musica 
non può non conoscerlo...almeno nel suono.
Personalmente ne ho avuti tra le mani un paio
(modello B-3) purtroppo però sempre in studio
e mai dal vivo coi gruppi perché non solo costava tanto
ma PESAVA tanto (un quintale circa) più l'"accessorio"
il Leslie, un altro bell'armadietto che gli sedeva accanto
con dentro un ventolone che a seconda della velocità
poteva generare vibrati più o meno intensi e veloci.
Certo, oggi tutto è stato risolto dai sintetizzatori
che clonano alla perfezione qualsiasi Hammond
allora invece servivano almeno due persone 
per il trasporto...e mezzo furgone solo per lui.

A parte questo "piccolo" dettaglio
è stato certamente il MUST per ogni tastierista
insieme al piano Fender/Rhodes e i primi Moog. 
Quindi solo grazie Mr.Laurens!

Laurens Hammond, lo creò negli anni trenta
e contrariamente a quanto si potrebbe immaginare
non era affatto un musicista ma "solo" un geniale inventore
e con solide basi di studio 
laureato nel 1916 in ingegneria meccanica 
alla Cornell University.

Era un americano dell'Illinois
con grandi abilità tecniche fin da piccolo
figlio di William Hammond
fondatore della First National Bank
e di Idea Louise Strong Hammond
più propensa alle arti e alla musica.

Si cimentò in svariate invenzioni e brevetti
e negli anni venti avviò anche una sua azienda
produttrice di orologi elettrici
e furono proprio gli orologi ad illuminarlo
per il futuro sviluppo della tonewheel
(ruota fonica) base fondamentale
per il funzionamento dell'organo.

Hammond apprezzava gli effetti benefici della musica
e voleva creare un mezzo abbastanza sofisticato
da poter generare interesse e creatività
ma anche accessibile a tutti.

Nel 1933 acquistò un vecchio pianoforte
che cominciò a smontare pezzo per pezzo
scartando tutto tranne la meccanica e la tastiera
che usò come un controller per sperimentare
la creazione/generazione del suono fino al timbro ottimale.

C'era solo un piccolo problema...
non sapeva suonare
e così incaricò il sig. W. L. Lahey
suo contabile in azienda nonché
organista della vicina St. Christopher's Episcopal Church
di testare le varie fasi di sviluppo e messa a punto
fino a raggiungere la qualità più elevata possibile
di tocco ed esecuzione.
Da sopraffino orologiaio quale era
e con tutta la sua esperienza ingegneristica e meccanica
ne scaturì un prodotto eccezionale fin da subito.

Laurens depositò il brevetto il 19 gennaio 1934.
Era il tempo della "Grande Depressione"
e anche per questo motivo l'ufficio brevetti fu solerte
nella accettazione del progetto con la speranza
che questa rivoluzionaria innovazione
potesse generare nuovi posti di lavoro.




L'organo "Hammond" entrò in produzione
nel 1935 grazie alla nuova "Hammond Organ Company"
di Evanston, Illinois.
Da allora è il simbolo indiscusso tra i più popolari
affidabili e duraturi strumenti mai costruiti.
La tecnica dell' Hammond è basata
sulla tecnologia del "Telharmonium" di Cahill del 1900
ma su scala molto più piccola.

Un organo a consolle Hammond comprendeva
due tastiere a 61 tasti, il Lower, o Great
e l' Upper, o Swell
con una pedaliera composta da 25 tasti per l'uso comune
o 32 nella versione da concerto.

Hammond ha anche brevettato un riverbero elettromeccanico
che utilizza la torsione elicoidale di una molla a spirale
ampiamente copiato in strumenti elettronici successivi
spingendosi fino ai sintetizzatori
sviluppando uno dei primi prototipi della storia
(Novachord) poi abbandonato a causa dell'elevata complessità
e costi di realizzazione.

Ormai era attivo in ogni settore
della nuova ingegneria meccanica
fino allo sviluppo dei controlli per i missili teleguidati
grazie a cui gli fu riconosciuto il brevetto dei sensori all'infrarosso e luminosi
per la guida delle bombe e tanti altri brevetti successivi.

Oltre ad essere uno strumento di intrattenimento casalingo
l'Hammond diventò popolare anche tra musicisti Jazz e blues
e soprattutto rock, fino alla fine degli anni '70
(Keith Emerson, Procol Harum, Led Zeppelin,
The Allman Brothers Band, The Faces, Deep Purple)
ma è stato utilizzato anche da musicisti "seri"
come Karlheinz Stockhausen in "Mikrophonie II".












18 settembre 2020

Jimi King Ever!

 


 

La sua stella comincia a sbrilluccicare da lontanissimo
negli anni 50 quando ancora giovanissimo (lui è del 42)
si inventa la sua prima "chitarra" in un marchingegno rozzo e artigianale
(pratica già nota tra i poverissimi musicisti blues del tempo)
con un elastico teso sopra una scatola da sigari.

Finalmente nel 59, due anni prima che io cominciassi neanche a parlare
ma solo a sputare pappe dal seggiolone
lui 17enne stupiva tutta Seattle coi primi gruppi improvvisati.

Da lì in poi (1963) tanta gavetta
Isley Brothers
Curtis Knight & the Squires
Jimmy James & the Blue Flames
The Jimi Hendrix Experience
Gipsy Sun and Rainbows
Band of Gypsys

Ma come sempre accade "Nemo Propheta In Patria"
e non furono gli USA a battezzarlo ma una lontana
quanto magica Inghilterra, dove tutto accadeva e nasceva.
Liverpool, Manchester, Birmingham e soprattutto Londra,
il cinema, la moda, la scena culturale e musicale
il new RockNRoll e il Beat e...i Beatles...e gli Stones
insomma, il mondo era li non a New York né tanto meno a Seattle!

Per Jimi nel 66 Londra è dove tutto inizia
da qui in poi concerti a apparizioni in tutto il mondo
impegno sociale, messaggi, magia psichedelica
e una tecnica incredibile e mai vista prima
fans in delirio e costantemente e letteralmente
ipnotizzati da quell'essere così geniale e così "alieno"
che non si spiegavano come facesse a muovere quelle mani
né da quale galassia arrivasse.

Negli USA nessuno sapeva chi fosse!
Addirittura fu Paul McCartney nel 1967 a "raccomandarlo"
agli organizzatori del festival di Monterey
dove Brian Jones lo ribattezzò al pubblico della sua terra.
Da quel momento fu entusiasmo totale e consacrazione
Jimi con gli Experience erano una cosa mai vista prima
quello non era rock, quello era il dio del rock in persona
con tutti i suoi apostoli!
Furono i concerti più sconvolgenti e indimenticabili dell'epoca
come la folle mattina di Woodstock
ancora oggi una delle pietre miliari del Rock
Jimi non dormiva da tre giorni
salì sul palco e intonò l'inno americano
con la Strato a distorsore massimo.



 
Niente fu come prima
tutto era cambiato per sempre
e il tutto in soli quattro album


Are You Experienced (1967)





Axis: Bold as Love (1967)




Electric Ladyland (1968)





Band of Gypsys (1970)




Ma Londra purtroppo è anche dove tutto finisce, nel 70
quando in una assurda e stupida notte attraversa
la porta di una morte tanto misteriosa quanto stupida e assurda appunto,
arrivata durante il sonno (non naturale ma indotto da una dose galattica di barbiturici)
soffocato dal suo stesso vomito.
Scena perfetta da servire ai retroscenisti su un piatto d'argento,
soprattutto per le testimonianze a dir poco "incerte"
di Monika Dannemann, con cui trascorse la sua ultima notte
che raccontò di nove pillole di Vesparax
(dose 18 volte superiore) 


e delle sue titubanze di accostarsi al telefono
per chiamare l'ospedale che poi mandò un'ambulanza
con dei cialtroni vestiti di bianco molto poco professionali.
Il tutto si declinò nel nulla cosmico del referto autoptico
ancora oggi lasciato incredibilmente "aperto"
a causa di "circostanze non chiare né verificabili".

Sta di fatto che la versione ufficiale

da dare in pasto ai giornali fu squallidamente "overdose"...


 

Se a tutto questo uniamo le pressioni psicologiche
e i ricatti a cui Jimi veniva regolarmente sottoposto
ecco che il complotto è servito.
Perché almeno una cosa è sicura,
era stanco e letteralmente in gabbia,
si sentiva incatenato al "sistema", il solito....
catene d'oro ma contratti capestro, ricatti, tour massacranti, diritti sottratti.
Pensate solo questo, tutte le cause legali
per la gestione della sua musica
sono state chiuse nel 2009!

Aggiungiamo poi che era anche inviso e spiato dall'FBI
di mr. Hoover, il "gran crocodile" dell'epoca.


a causa del suo sostegno finanziario alle "Black Panther"
quindi, le sue giornate/nottate tipo
erano quotidianamente nel mirino.

Ancora oggi non sappiamo se questo velo di misteri e spionaggi
fu la causa diretta o indiretta di quel tragico evento
o se invece fu solo un pietoso velo con cui celare l'assurdità di quella notte
dandole una parvenza in qualche modo razionale.
Quello che sappiamo per certo invece è che Jimi era un vero FOLLE
(nel senso più puro e alto del termine)
un musicista vero a 360°
tanto che avrebbe voluto avvicinarsi a tutti i generi possibili
sperimentando ogni contaminazione e spingendo la sua creatività
fino alle estreme orbite del Jazz.

Quello che sappiamo per certo è che se in soli sette anni e quattro album
è riuscito a imporsi al mondo intero con uno stile così unico e rivoluzionario
non riusciremo mai a immaginare cosa sarebbe diventato oggi
senza quella notte maledetta.

Infine, quello che sappiamo per certo è che le astronavi passeranno
ma lui ci sarà ancora perché Jimi Hendrix è stato, è e sarà per sempre
il più grande chitarrista rock di tutti i tempi.


God Bless You James Marshall Hendrix
and RockON Jimi King Ever!


 


 




03 giugno 2020

Una montagna di Rock

3 giugno 1970 esce 'Deep Purple In Rock'
quarto album dei DeepPurple
vera pietra miliare dell' HardRock



appproposito di pietra...
E' quello che ha in copertina i volti dei Deep
"scolpiti" come i presidenti americani
sul Monte Rushmore
come scolpita nella roccia
sarà per sempre la loro musica
che da qui in poi
con i primi Black Sabbath e Led Zeppelin
darà i primi semi a tutto l' HeavyMetal. 

"Deep Purple In Rock"
è il primo album a presentare la classica formazione "MarkII"
Ian Gillan – voce
Ritchie Blackmore – chitarra
Roger Glover – basso
Jon Lord – tastiere
Ian Paice – batteria



uno degli album rock più venduti al mondo

1° in Germania, Austria ed Australia
4° in Regno Unito
5° in Norvegia
7° in Italia, Paesi Bassi e Francia
8° in Danimarca
9° in Polonia

ma è solo l'antipasto di quella che poi sarà nel 72
la loro consacrazione definitiva → "Machine Head"
con dentro "Smoke on the Water" 
il loro brano più famoso e suonato al mondo.

Qui sotto vi ho messo la AnniversaryEdition da 1 ora e 18 minuti e con 20 brani
(il disco originale era di 43 minuti con 7 tracce)

Keep Hard 
RockOn
Deep Purple in Rock Anniversary Edition on SPOTIFY






26 settembre 2019

"Abbey Road" 50 anni oggi

Da molti ritenuto pietra miliare del pop mondiale
(“Rolling Stone” l'ha inserito al 14º posto della sua lista "Top 500 album").
“Abbey Road” è un lavoro dalle caratteristiche molto particolari,
dai suoni all'arrangiamento, dalle litigate isteriche dei quattro
alle riappacificazioni estatiche, dalle orchestrazioni degli archi
al primo uso del Moog, fino alle apparizioni quasi solitarie
di Paul John George e Ringo in sala d'incisione,
che già ai ferri corti sceglievano e concordavano le parti cantate
in momenti diversi della giornata pur di incontrarsi il meno possibile.

Mentre Paul era in America George in India John a giocare con Yoko
alla scoperta dei “nuovi orizzonti” (e dell'eroina)
e Ringo a spasso per la City,
in studio c'era un vero e proprio esercito di musicisti
pronti a curare suoni sapori e dettagli
perché tutto riuscisse perfettamente.
Molti pensano a “Let It Be” (8 maggio 1970)
come ultimo disco dei Beatles, ma il vero ultimo album
è stato proprio “Abbey Road”, anche se pubblicato il 26 settembre 1969.
Quindi in che senso ultimo? Perché è stato pensato concepito e suonato
realmente in sequenza, mentre “Let It Be” è quasi una compilation di brani
registrati molti mesi prima e poi riarrangiati e assemblati.
Fra le altre singolarità c'è l'invenzione del “medley” (lato B)
un incastro di colori in una lunghissima sequenza in crescendo,
un'invenzione poi ripresa da tutti gli altri gruppi successivi sia pop che progressive
(soprattutto) con le loro famose “suite”.


Ricorderete tutti il “Rooftop Concert” del 30 gennaio 1969,
dove i Beatles suonarono l'ultimo live sul tetto della casa discografica,
erano già pronti allo scioglimento ufficiale ma rimandarono tutto
alla riunione del 3 febbraio negli uffici della Apple.
Iniziava la vera fine della loro storia, Lennon Harrison e Starr che volevano risanare
i conti disastrati con Allen Klein come manager (già degli Stones)
e McCartney che invece voleva lo studio legale Eastman.
Dopo una intera notte passata a litigare uscirono in tre
lasciando Paul da solo che era già mattina e puntualmente,
non decisero nulla.
Quella notte fu solo la punta dell'iceberg che Lennon definì "morte lenta",
iniziata già con la scomparsa di Brian Epstein (il loro manager) nel 67.
Trascorsi un paio di mesi di calma apparente,
ma sufficiente a farli ritrovare di nuovo al lavoro
Paul li chiamò convincendoli a lavorare almeno per finire una facciata entro l'estate
(prima che John partisse con Yoko per i viaggi pacifisti)
tanto era sempre lui quello più testardo ed impegnato,
come fece in quell'intera settimana passata a provare solo l'intonazione vocale di "Oh! Darling".
Non a caso quel pezzo è stato poi giudicato come
la miglior interpretazione vocale di McCartney di tutti i tempi.
Ma dobbiamo ringraziare George Martin (il produttore)
fu lui il domatore di quei felini capricciosi per tutto il tempo delle registrazioni.
Il più distante (fisicamente) era Harrison il più assente (mentalmente) Lennon
ed è solo grazie alla supervisione di Martin che si deve la buona riuscita del disco
(e la tenuta del gruppo).

L'estate arrivò e gli unici pezzi pronti erano "Oh! Darling", "Octopus's Garden"
e "You Never Give Me Your Money", ballata ispirata proprio alla litigata del 3 febbraio.
Intanto la EMI era letteralmente assediata dai fan
che non capivano perché i pezzi del “Rooftop Concert” non fossero ancora in vendita,
così per calmarli fecero uscire il singolo "The Ballad of John and Yoko".

Siamo a luglio e in una sola settimana incisero nell'ordine
"Her Majesty", "Golden Slumbers", "Carry That Weight",
"Here Comes the Sun" e "Maxwell's Silver Hammer".
A fine mese arrivarono anche "Come Together", "The End", "Sun King",
"Mean Mr. Mustard", "Polythene Pam", "She Came In Through the Bathroom Window"
e ad agosto l'ultimo pezzo, "Because". Tutto fatto?
Si, ma non avevano ne' un titolo ne' un'idea di copertina
(che allora era molto importante).
Buttarono giù dei titoli in un foglio ed erano quasi convinti
che il migliore doveva essere "Everest", sia simbolicamente come apice di carriera,
che simpaticamente dedicato al loro fonico di sala che fumava sigarette solo di marca Everest...
ma c'era un problema, andare a farsi fotografare in Tibet!
Capirono al volo che non era una cosa molto conveniente e così arrivò Ringo
che disse ridendo "ma siamo in Abbey Road, chiamiamolo Abbey Road!".

E fu così che si ritrovarono ad attraversare le famose strisce pedonali
davanti agli studi per la più celebre e “misteriosa” copertina del gruppo,
dove tutti i dietrologi di allora si tuffarono (ancora oggi) per le strane coincidenze della scena
fino all'improbabile leggenda della morte di Paul McCartney.
Altri accostano quell'otto agosto alla strage di Bel Air e la morte dell'attrice Sharon Tate
uccisa dalla setta di Charles Manson.
Lui stesso ci inzuppò il pane, “ammettendo” di essersi ispirato alla canzone "Helter Skelter"
(del "White Album").

25 settembre
anche John si apprestava al lento distacco
annunciando e cantando la dipendenza dall'eroina in "Cold Turkey",
primo singolo da solista e il giorno dopo usciva "Abbey Road"
la vera pietra tombale dei Beatles.
La cosa che fa più rabbia è che in quel periodo avevano raggiunto
un tale livello di perfezione tecnica e compositiva
che non aveva eguali in nessun altro lavoro precedente e che,
non ostante le discussioni e traversie del gruppo, quello resterà per sempre
l'album più evoluto e perfetto che i Beatles abbiano mai prodotto.



Lato A

Come Together (Lennon-McCartney) - 4:20
Something (Harrison) - 3:03
Maxwell's Silver Hammer (Lennon-McCartney) - 3:27
Oh! Darling (Lennon-McCartney) - 3:26
Octopus's Garden (Starkey) - 2:51
I Want You (She's So Heavy) (Lennon-McCartney) - 7:47
Lato B

Here Comes the Sun (Harrison) - 3:05
Because (Lennon-McCartney) - 2:45
You Never Give Me Your Money (Lennon-McCartney) - 4:02
Sun King (Lennon-McCartney) - 2:26
Mean Mr. Mustard (Lennon-McCartney) - 1:06
Polythene Pam (Lennon-McCartney) - 1:12
She Came In Through the Bathroom Window (Lennon-McCartney) - 1:57
Golden Slumbers (Lennon-McCartney) - 1:31
Carry That Weight (Lennon-McCartney) - 1:36
The End (Lennon-McCartney) - 2:19
Her Majesty (Lennon-McCartney) - 0:23

Etichetta EMI, Apple Records
Produttore George Martin
Registrazione Abbey Road Studios, Olympic Studios e Trident Studios Londra, da aprile ad agosto 1969.

Pubblicazione 26 settembre 1969
Durata 47.54

22 novembre 2018

BEST ALBUMS EVER (1)

Inizia oggi un viaggio alla riscoperta o scoperta
(secondo la vostra età)
degli album più belli storici e importanti
di tutti i tempi, vini-li pregiati e immancabili
in una cantina che si rispetti.
Oggi è anche l'anniversario del 'White Album'
ma non sarà con questo che partiremo alla scoperta
dei BEST ALBUMS EVER
troppo banale e scontato
e poi dei Beatles ne parlo sempre
lo farò un'altra volta.

Premesso questo e che ne avrei in mente un centinaio
di cui forse riuscirò a postarne una ventina
scendiamo in cantina a scoprire i.. vinili.. gran riserva
solo quelli con peculiarità uniche e di pregio.
Li ho numerati solo per comodità e ordine di apparizione
perché se fosse una hit-parade
sarebbero tutti numeri uno
per suono, immagine, emozione.
Li stapperemo così...in ordine sparso
mai divisi per genere, italiani compresi (!)
ebbene si, pochi ma ottimi.

L'ideale sarebbe leggere il post in santa pace
e col suono del disco ben presente
ma se non lo avete frugate pure in Spotify
o le tante piattaforme accessibili
dal vostro ordigno tecnologico...non mi offendo.

pronti?


Cominciamo con DAVID BOWIE
"The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars"
il suo quinto album in studio del 1972.


Se il precedente 'Hunky Dory'
rimase immeritatamente nascosto dai radar
questo lo lanciò direttamente nello spazio,
fondamentale, non solo per le nostre cantine
ma per generazioni di artisti dagli anni 70 fino ad oggi,
tutti in qualche modo sconvolti e ansiosi di capire
se questo fenomeno alieno e androgino
provenisse proprio da Brixton
o chissà da quale galassia
restandone tutti inevitabilmente ammaliati e contagiati.
E' l'album della maturazione
dopo i mille tentativi e frustrazioni
coi look sperimentali, i trucchi pesanti e i travestimenti
le maschere sovrapposte alla sua eterna insicurezza, timidezza, fragilità
impensabilmente celata nella magia della sua voce.
Qui si va dal glam rock al proto-punk
e ci sono già tutti i minerali e gli aminoacidi
per generare la vita su mille altri pianeti
un capolavoro che sarà il vero precursore e ispiratore
dei successivi venti anni del rock!

L'anima camaleontica di Bowie
si è trasfigurata nell'alter ego del messaggero cosmico
in contatto con altre dimensioni
che riceve energia attraverso una radio
e che scambiando messaggi e rivelazioni spirituali
deve salvare il mondo sull'abisso dell'apocalisse.
(Nel 74 poi David rivelerà che Ziggy Stardust
non è l'uomo delle stelle ma il suo messaggero terreno,
contrariamente all'opinione secondo cui spesso
si è dipinto Ziggy come un extraterrestre).

«Viene avvertito in sogno da esseri chiamati “infiniti”
di scrivere della discesa sulla Terra di Starman:
un fantastico astronauta che dovrà salvare il pianeta»
racconta Bowie a William S. Borroughs.
«Lui inizia a crederci e a credersi davvero come il profeta
del futuro Starman.
Porta se stesso a incredibili vette spirituali
ed è tenuto in vita dai suoi discepoli.
Quando gli infiniti poi arrivano
prendono pezzi di Ziggy per farsi reali
visto che nel loro stato originario essi sono pura antimateria
e nel nostro mondo non potrebbero esistere.
Quindi lo fanno a pezzi sul palco
durante la canzone Rock’n’Roll Suicide».

Ammettiamolo
per quei tempi era abbastanza sconvolgente.
E pensare che voleva farne solo un concept
o al limite un musical teatrale.




Eppure
quando David spedì tutto alla RCA Records
l’etichetta rispose che in "quella roba" non c'era nulla
e che non trovava nessuna HIT decente...
In effetti  non avevano tutti i torti e lo sapeva anche lui
che "rimediò" subito scrivendo un capolavoro come 'Starman'
sostituito con la cover di 'Around and Around' di Chuck Berry
che sinceramente... non c'azzeccava nulla col tema del disco.
Ma come diavolo nasce questo Ziggy Stardust?

«L'idea era quella di ottenere un look
a metà tra l'immagine di Malcolm McDowell
con un occhio mascarato e un insetto.
Era l'epoca di Ragazzi selvaggi di William Burroughs
ed era un incrocio tra questo e Arancia meccanica
che cominciò a mettere insieme la forma e l'aspetto
di ciò che Ziggy e gli Spiders stavano per diventare.»
(David Bowie, 1993)



Si narra che il modello ispiratore di Ziggy Stardust
sia stato Vince Taylor, un rockettaro anglo-americano
che alla fine degli anni cinquanta
aveva pubblicato solo un paio di singoli fallimentari.
Nel 1961 la delusione e la paranoia di Vince
aumentano pesantemente
ed i suoi comportamenti diciamo... eccentrici
sono sempre di più corroborati
dalla massiccia presenza di alcol e droghe di ogni genere.
Le sue disavventure e "stili di vita"
finiscono per incuriosire e colpire David
che vuole incontrarlo a Londra nel '66:

«Andai ad alcune feste con lui
ed era davvero fuori di testa, completamente flippato.
Si portava appresso cartine dell'Europa
e ricordo distintamente che una volta
aprì una mappa a Charing Cross Road,
fuori dalla stazione della metropolitana,
la mise per terra e si inginocchiò
e con in mano una lente...
disse che stava evidenziando tutti i luoghi
dove gli UFO sarebbero atterrati nei mesi successivi.
Era fermamente convinto che ci fosse un fortissimo legame
tra lui, gli alieni e Gesù Cristo».

Taylor di li a poco peggiorò
e fu il mondo reale a diventare per lui
sempre più...alieno.
Le sue esibizioni erano un disastro
e sempre interrotte da incidenti sul palco
finché una notte, racconta Bowie,

«si presentò in scena vestito di bianco,
dicendo che tutta la sua faccenda con il rock
era stata una bugia, che in realtà lui era Gesù!
Fu la fine di Vince, della sua carriera e di tutto il resto.
ma questa storia divenne uno degli elementi essenziali di Ziggy
e della sua visione del mondo».


Vince Taylor

David con la sua mente incredibile piena di curiosità
e l'intelligenza elaborativa da computer
riusciva a captare ogni sfumatura
e come ogni artista che si rispetti
assorbiva, 'rubava' anche il respiro
di persone cose e situazioni,
Fra le persone che sicuramente gli 'arrivarono' subito
senz'altro Iggy Pop e Lou Reed
due colonne della sua futura crescita umana e artistica.



Fra le cose e luoghi da cui trasse ispirazione
una semplice insegna di una sartoria di Londra
chiamata proprio "Ziggy's"
appena vista di sfuggita dal finestrino di un treno
ma subito flashata nella mente...

«Quel posto aveva proprio un'aria da Iggy ma... era una sartoria
allora pensai "Beh, l'intera faccenda riguarderà anche i vestiti".
Così, quasi per scherzo decisi di chiamarlo Ziggy».

Stardust invece
proviene dallo sconosciuto cantante americano Norman Carl Odam,
ai tempi famoso come "Legendary Stardust Cowboy"
che pubblicò nel '68 il suo unico successo 'Paralysed'
tristemente famoso per un gigantesco flop televisivo
al Rowan & Martin's Laugh-In.

«Tutti risero di lui e se ne andò piangendo», ricordò Bowie nel '96,
«suonava la chitarra e aveva un trombettista con una gamba sola...
Assemblavano la musica a casaccio fregandosene delle regole.
E così andavano in direzioni che non verrebbero in mente
neanche a un musicista dilettante...
si, è proprio da lui che ho preso il nome Stardust».

Successivamente poi (nel 2002)
David volle sdebitarsi con Oldam
suonando un suo brano al Meltdown Festival.

«Beh quando ho letto sul suo sito che si lamentava di me
che avevo preso in prestito il suo nome senza mai un grazie
e che avrei dovuto cantare almeno una delle sue canzoni,
mi sentii in colpa e così riparai suonando una delle sue canzoni migliori».


Norman Carl Odam


Anche la copertina
è frutto di un lavoro ispiratissimo e ai limiti della magia.
Sembra un cartoon ma in realtà è una vera foto in bianco e nero
tratta da una serie di 17 scatti di Brian Ward
fatti a Londra nel gennaio '72 al numero 23 di Heddon Street
e successivamente ritoccate dal grafico Terry Pastor
a mano ovviamente...niente computer allora!





«David era decisivo e fondamentale
sapeva perfettamente quello che voleva
dal punto di vista musicale»
ricorda Ken Scott suo Co-produttore

«lui di accorgimenti tecnici non voleva mai saperne
fu un album quasi totalmente suonato "live on stage"
e rimasi letteralmente impressionato dalle session dal vivo
e dalle parti vocali registrate in "first takes".
Solo pochissimi artisti sono in grado di fare parti vocali
al primo take quasi ogni volta.
Lui era uno di quelli».



Ken Scott


Come ultima testimonianza
quella di Leee Black Childers
uno dei più grandi fotografi americani scomparso nel 2014
che nell' '86 disse :

«Ziggy Stardust era stato appena pubblicato in Inghilterra
e David se la stava cavando bene ma nessuno lo conosceva in America
così, con in mano una scatola di 25 copie dell'album
cominciammo a pensare a chi le avrebbe apprezzate.
Le portammo fino al Max di Kansas City
dandone una al proprietario Micky Ruskin,
una al DJ e una alla giornalista Lisa Robinson.
Le altre le abbiamo semplicemente distribuite ai pazzi
agli artisti e a quelli sempre sulla scena di New York».



Leee Black Childers


In coda a questa recensione 
voglio citare anche altre due bellissime canzoni
anche se non parte di questo album
fu proprio grazie a Ziggy che andarono in orbita
a traino del successo e delle "avventure spaziali" del personaggio.
Si tratta di "Space oddity" 
assurdamente tradotta anche in italiano 
(da Mogol) in "Ragazzo solo ragazza sola"
e "Life on Mars" altre due HIT incredibili
fra le più belle e famose di tutti i tempi. 

Ziggy Stardust 
è stato certificato disco d'oro il 12 giugno 1974 
dalla RIAA negli Stati Uniti 
e disco di platino il 25 gennaio 1982 
dalla BPI nel Regno Unito
dove si è riaffacciato in classifica 
in occasione di alcune riedizioni.
Nel 2016, dopo la morte di David Bowie 
l'album ha guadagnato nuova popolarità 
ed è rientrato nelle classifiche di molti Paesi, 
arrivando al 21º posto negli Stati Uniti.
Il 29 settembre 2017 
è stato certificato doppio disco di platino 
nel Regno Unito. 

<<Tutti iniziarono a relazionarsi a me
come se fossi Ziggy.
Iniziai a convincermi anch'io
di essere il Messia..
Spaventoso ma fortunatamente non persi il controllo
e mi risvegliai velocemente.
All’Hammersmith Odeon nell'estate '73
e con la presenza del leggendario documentarista
D.A. Pennebacker che era li per riprendere tutto in un film-concerto
dichiarai che quella sarebbe stata l’ultima esibizione di Ziggy>>
(David Bowie)


*


Five Years

Apre l'album, 
è la prima "breaking news" 
che annuncia la fine del mondo 
prevista tra cinque anni. 
David nel '74 spiega a Rolling Stone il tema del brano così: 
«È stato annunciato che il mondo finirà per esaurimento 
di risorse naturali... 
Ziggy faceva parte di un gruppo rock 
e i ragazzi non vogliono più il Rock’n’Roll. 
Non c'è più corrente elettrica per suonarlo. 
Il consigliere di Ziggy 
gli dice di raccogliere notizie e di cantarle 
perché non esiste più l'informazione. 
Così Ziggy comunica la notizia, 
ed è una notizia terribile».



Soul Love 

A dispetto dell'intro di batteria accattivante 
qui si parla di tristezza morte e funerali...
anche in senso molto più ampio 
come la fine degli amori.
Non a caso si era appena consumata 
la sua relazione con Hermione Farthingale.



Moonage Daydream

Appare Ziggy Stardust 
direttamente dalla dissolvenza del precedente Soul Love
arrivano sesso e fantascienza surreale 
dal messia androgino
tra Rock’n’Roll e imminente apocalisse.



Starman

   Cosa dire... 
troppo famosa vissuta e consumata 
ma sempre nuova
pronta ad ogni eterno riascolto.
E' stato il primo singolo dell'album. 
Starman arriva dallo spazio
con un messaggio urgente 
l "uomo delle stelle" 
che si mette in contatto coi giovani terrestri 
promettendo la loro salvezza 
e quella del pianeta.



It Ain't Easy

Un "blues bianco" scritto nel '70 da Ron Davies.
La canzone che chiude il lato A dell'album. 
Qui i cori quasi gospel 
in realtà narrano il sentimento più oscuro e messianico 
di Ziggy Stardust 
scettico e pessimista 
verso l'establishment religioso/clericale.

«Well, all the people have got their problems, that ain't nothing new
With the help of the good Lord we can all pull on through
We can all pull on through, get there in the end
Sometimes it'll take you right up and sometimes down again»

«Beh, ognuno ha i suoi problemi, non è una novità
Con l'aiuto di nostro Signore possiamo farcela tutti quanti
Possiamo farcela tutti quanti, ci arriveremo alla fine
Alcune volte salirai e altre scenderai di nuovo»



Lady Stardust

Malinconica e appassionata 
è dedicata a Marc Bolan, leader dei T. Rex, 
«le correnti di frustrazione e trionfo 
si fondono in una desolazione assoluta» 
come scrisse il 20 luglio '72 Richard Cromelin 
su Rolling Stone.


Star

Ancora Ziggy Stardust che riflette su 
"come varrebbe la pena di fare qualsiasi cosa 
pur di diventare una rockstar". 



Hang On to Yourself

Sembra un punk? 
Esatto...è proto-punk!
Quello che qualche anno dopo
sentiremo tutti noi dai Sex Pistols
in 'God Save The Queen'.
Sesso sfrenato 
e pseudo gioia paranoica 
da vera rockstar 
Ziggy si sta montando la testa


Ziggy Stardust

Qui c'è ancora un Bowie orecchiabile a tutti
Ziggy Stardust racconta la sua parabola 
ascendente/discendente fino all'abisso.
  


Suffragette City

Un Rock’n’Roll vecchio stile
incornicia le spericolate avventure sex-bi sex. 



Rock’n’Roll Suicide

La chiusura dell'album
Ziggy muore e fine della storia ...

«Quando sei tanto giovane 
non riesci a credere 
che ti possa venire meno 
la capacità di essere così entusiasta e spavaldo 
nei confronti del mondo 
della vita, dell'esperienza
sei convinto di avere praticamente scoperto 
tutti i segreti della vita. 
Rock 'n' Roll Suicide 
era un modo per dichiarare la fine 
dell'effetto-giovinezza».
(David Bowie)


*


"The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars"

David Bowie - voce, chitarra acustica, chitarra elettrica, sax baritono, sax contralto
Mick Ronson - chitarra elettrica, pianoforte, sintetizzatore ARP e cori
Trevor Bolder - basso
Mick Woodmansey - batteria
Dana Gillespie - cori (in It Ain't Easy)

TESTI E MUSICHE
David Bowie 
tranne 'It Ain't Easy'

DURATA
38:37
TRACCE
11

LATO   A
Five Years – 4:43
Soul Love – 3:34
Moonage Daydream – 4:40
Starman – 4:14
It Ain't Easy – 2:57 (R. Davies)

LATO   B
Lady Stardust – 3:21
Star – 2:47
Hang On to Yourself – 2:39
Ziggy Stardust – 3:13
Suffragette City – 3:25
Rock 'n' Roll Suicide – 2:58

REGISTRAZIONI
Trident Studios, Londra 
settembre-novembre 1971
gennaio-febbraio 1972 

PRODUTTORI 
Ken Scott, David Bowie

ARRANGIAMENTI 
Mick Ronson, David Bowie

ETICHETTA
RCA Victor


(credits: Brian Ward, NME, Rolling Stone)

14 dicembre 2017

Paul Pedana Ex-Human



Sono felice di parlarvi di Paul
perché viene dalla mia Umbertide
perché ha una storia bella (e tosta) alle spalle
perché non esce da nessun talent
e perché questo "Ex-Human" è un gran bel discone.

Paul è ispirato e intriso di musica da sempre
molti di voi lo conoscono dal 2015
dal primo singolo "Free"
subito apprezzato a Londra (la città dove vive).

E' puro talento espressivo
ed è cresciuto con la musica
anche grazie a suo padre
che lo ha saputo crescere a pane prosciutto e ...Deep Purple
infatti pare che la sua ninna nanna preferita
fosse "Made in Japan"...
beh conoscendo Angelo da quaranta anni
non ho nessun dubbio!

Eccoci al Paul 6enne e le benedette lezioni di pianoforte
interessanti si, ma inevitabilmente pallose e ripetitive
(ne so qualcosa) e che ovviamente lo imbrigliano
come un cavallo che alla prima occasione
ti sfascia lo steccato e passa dall'altra parte.

finalmente il puledro ha 12 anni
basta lezioni, che noia!
Vai con batteria e chitarra
e a 14 anni forma la sua prima band
tutto va a tempo e senza freni ma
a proposito di freni...

2003 Sono i tempi del liceo
e l’ultimo giorno di scuola
gli capita un incidente pazzesco
un autobus lo colpisce
e lo lancia per aria a una decina di metri
ma non basta, il mezzo aveva (appunto) anche i freni rotti
e lo travolge a tutta potenza e completamente
passandogli sopra e schiacciandolo con tutte le ruote.
Fegato e pancreas si rompono, la milza esplode
e polmoni trafitti.

Disperazione assoluta e quadro clinico devastante
tutti lo danno per morto...poi, il miracolo.
Dopo aver fatto quattro chiacchiere con la morte
qualcuno decide che poteva bastare e lo richiama giù.
Certo non saranno i giorni felici di pane prosciutto e Deep Purple
ma il ragazzo si fa uomo e tra una frattura e l'altra
un giro e l'altro sulla sedia a rotelle
ritorna dalla sopravvivenza alla VITA.
Angelo e Arianna certo non avranno passato notti tranquille
ma si sa come siamo noi genitori
dopo tanti mesi di cure ospedali e patemi
ci si aspetta un po' di relax... no no, macché!

Quel chiodo fisso è.. fisso
e quando chiama la musica
o si va a tempo o si spegne.
E allora via, a 19 anni Paul prende e se ne va
lasciando casa genitori e paesello.
Ovviamente nulla di rassicurante o vicino...troppo banale
sceglie l'America ma mica New York o Los Angeles...
South Dakota e non la rassicurante provincia delle camicie a quadri
ma la tribù dei Lakota, riserva di Rosebud!





Possiamo dirlo Paul.. ti sei fatto le ossa in ogni senso!
Viaggi esperienze musica concerti sport
conquista anche la medaglia d’oro agli internazionali di Goju-ryu Karate
a Salsomaggiore Terme.
Ma alla fine è sempre la musica che vince.
Nel 2008 con la sua band, gli Anthropos
parte in tour italiano
ovviamente sempre indipendente e senza contratto.
Solo sudore viaggi e musica
ferro legno e passione
Dall'Italia fino all'est Europa è un successo pazzesco di pubblico.

2011 Paul si stabilisce a Londra, tante nuove esperienze
inclusa una selezione come modello alla "New Faces UK"
ma la musica è più forte e lui continua ad esibirsi ovunque
anche con gli artisti di strada di HydePark.
Finché non trova il suo talent-scout, il regista Terry Gilliam
(quello di “Paura e delirio a Las Vegas” e “Monty Python”)
ma mica a Londra... naaaa, troppo banale
lo incontra qui in Italia e a pochi chilometri da casa
a Montone!
Il borgo umbro di Braccio Fortebraccio.

Cominciano le interviste e le apparizioni in giro per il mondo
e nel 2015 debutta ancora a Londra
col suo primo singolo da solista "Free".
La gente lo ama fin da subito per il suo carisma
di "animale da palco".

Oggi (il mese scorso) è uscito questo "Ex-Human"
un disco molto intenso da ascoltare e riascoltare
per apprezzare tutte le sfumature e suoi contenuti intimistici e mai scontati.
Qui sotto c'è "Ellie The Alien" è stato girato a New York City
ma presto Paul pubblicherà altri 7 nuovi ShortMovies
realizzati tra New York, Londra, Cracovia e Italia.
In uno di questi ("Come In")
ci sarà anche l’attore scozzese Ken Stott (The Hobbit e tanti altri).

Ciao "Paolino"... Che storia! Continua...........................





LatestNews

NEW video "Dreaming"







Articolo del London Post
https://london-post.co.uk/paul-pedana-brakes-silence-on-split-on-his-longtime-partner-and-talks-depression-his-new-album-and-starting-a-new-life/

Ex-Human dal suo Spotify
https://open.spotify.com/album/6JgrqXykum1M6vNuc8yioo

Paul da Wikipedia
https://en.wikipedia.org/wiki/Paul_Pedana


16 febbraio 2016

Grammy Awards 2016






Eccoci all'appuntamento con l'Oscar della musica o come qualcun altro lo chiama
il "Sanremo degli americani". Stanotte allo Staples Center di Los Angeles è passata l'edizione numero 58 ed è stata senza dubbio la più strana e dimessa della storia, piena anche di defezioni e problemi tecnici.
Come quelli di Adele col microfono ma prontamente superati improvvisando una simpatica scenetta riparatrice salutando Kendrick Lamar...."Ti amo Kendrick, sei incredibile!".... 
Per una volta non ha vinto nulla (il suo album è appena uscito) se non il 'TopTrending' di Twitter. 


Come tutti sapete poi negli ultimi mesi abbiamo avuto una sfilza impressionante di lutti, tant' è che è stata subito ribattezzata come "l'edizione dei necrologi"!...
Tra gli omaggi quello di Verdine White fratello di Maurice (un saluto velocissimo) prima della premiazione a Taylor Swift.
Eagles e Jackson Browne per Glenn Frey, gli Hollywood Vampires per Lemmy con un inferno quasi vero sul palco dello Staples.
Lady Gaga che ha cercato di mettere tutta la sua bravura per David Bowie anche se in maniera un po' troppo compressa e affrettata. Ha scelto troppe canzoni (10) ed era impossibile rendere godibile il tutto in soli 4 minuti e mezzo.
Non ostante la sua abilità il risultato è stato goffo e senza il giusto pathos che avrebbe meritato David, peccato. Nessun tributo invece per Natalie Cole, pessima figura degli organizzatori.
Ancora più goffo e ridicolo lo strapuntino di Miguel per Michael Jackson e "Off the wall" veramente breve e compresso un po' come tutto lo show, pieno di scenette anche inutili che hanno ristretto di molto le premiazioni ma...comanda la tivvù....



Andando al sodo segnalo il trionfo di Taylor Swift e i buoni risultati di Alabama Shakes e Kendrick Lamar anche se non ha avuto la meritata consacrazione. 
Tra gli altri nomi più famosi e apprezzati anche qui in Italia spiccano Muse, Ed Sheeran, Lalah Hathaway, D'Angelo, The Weeknd, Mavis Staples, Roger Waters, John Scofield, Buddy Guy.

Ma eccovi l'elenco completo nelle due categorie :
Cat.Principale :

Album of the Year: "1989", Taylor Swift
Record of the Year: "Uptown Funk", Mark Ronson feat. Bruno Mars
Best New Artist: Meghan Trainor 
Best Rock Performance: "Don't wanna fight", Alabama Shakes
Best Rap Album: "To pimp a butterfly", Kendrick Lamar
Best Country Album: "Traveller", Chris Stapleton
Song of the Year: "Thinking Out Loud", Ed Sheeran
Best musical theater album: "Hamilton"























Cat. minore (escluse classica, gospel e regionale) :

Best Rock Album: "Drones", Muse
Best pop vocal album: Taylor Swift, "1989"
Best instrumental composition: Arturo O'Farril, "The afro-latin jazz suite"
Congrats Best Arrangement, Instrumental Or A Cappella: Ben Bram, Mitch Grassi, Scott Hoying, Avi Kaplan, Kirstin Maldonado e Kevin Olusola per "Dance Of The Sugar Plum Fairy" (Pentatonix)
Best Arrangement, Instruments And Vocals: Maria Schneider per "Sue (Or In A Season Of Crime)" (David Bowie)
Best boxed or special limited edition package: "The rise and fall of Paramount Records, vol. 2", Susan Archie, Dean Blackwood, and Jack White
Best Album Notes: "Love Has Many Faces", Joni Mitchell
Best Historical Album: "The Basement Tapes Complete: The Bootleg Series Vol. 11", Bob Dylan
Best Engineered Album, Non-Classical: "Sound and color", Alabama Shakes
Best Remixed Recording, Non-Classical: "Uptown Funk (Dave Audé Remix)", Mark Ronson
Best Surround Sound Album: "Amused to death", Roger Waters
Best Contemporary Instrumental Album: "Sylva", Snarky Puppy & Metropole Orkest
Best New Age Album: "Grace", Paul Avgerinos
Best improvised jazz solo: "Cherokee", Christian McBride
Best Jazz Vocal Album: "For One To Love", Cécile McLorin Salvant
Best Jazz Instrumental Album: "Past Present", John Scofield
Best Large Jazz Ensemble Album: "The Thompson Fields", Maria Schneider Orchestra
Best Latin Jazz Album: "Made In Brazil", Eliane Elias
Best Reggae Album: "Strictly Roots", Morgan Heritage
Best World Music Album: "Sings", Angelique Kidjo
Best Children's Album: "Home", Tim Kubart
Best Spoken Word Album: "A Full Life: Reflections at Ninety", Jimmy Carter 
Best Comedy Album: "Live At Madison Square Garden", Louis C.K.
Best latin pop album: "A Quien Quiera Escuchar", Ricky Martin
Best latin rock, urban or alternative album: "Hasta La Raíz", Natalia Lafourcade, e "Dale", Pitbull (parimerito)
Best american roots performance: "See That My Grave Is Kept Clean", Mavis Staples 
Best American Roots Song: "24 Frames", Jason Isbell
Best Americana Album: "Something More Than Free", Jason Isbell
Best Bluegrass Album: "The Muscle Shoals Recordings", Steeldrivers
Best Blues Album: "Born To Play Guitar", Buddy Guy
Best Folk Album: "Béla Fleck And Abigail Washburn", Béla Fleck e Abigail Washburn
Best Regional Roots Music Album: "Go Go Juice", Jon Cleary
Best Compilation Soundtrack For Visual Media: "Glen Campbell: I'll Be Me", artisti vari
Best Score Soundtrack for Visual Media: "Birdman", Antonio Sanchez
Best Song Written for Visual Media: "Glory", Common & John Legend (dalla colonna sonora di "Selma")
Best Music Video: "Bad Blood", Taylor Swift feat. Kendrick Lamar
Best Music Film: "Amy" (documentario di Asif Kapadia su Amy Winehouse)
Best Country Solo Performance: "Traveller", Chris Stapleton
Best Country Performance Duo/Group: "Girl Crush", Little Big Town
Best Country Song: "Girl Crush", Little Big Town
Best Dance Recording: "Where Are Ü Now", Skrillex e Diplo con Justin Bieber
Best Dance Electronic Album: "Skrillex And Diplo Present Jack Ü", Skrillex e Diplo
Best R&B Performance: The Weeknd, "Earned It (Fifty Shades Of Grey)"
Best Traditional R&B Performance: "Little Ghetto Boy", Lalah Hathaway
Best R&B Song: "Really Love", D'Angelo & Kendra Foster
Best Urban Contemporary Album: "Beauty Behind The Madness", The Weeknd
Best R&B Album: "Black Messiah", D'Angelo And The Vanguard
Best Metal Performance: "Cirice", Ghost
Best Rock Song: "Don't wanna fight", Alabama Shakes
Best Alternative Music Album: "Sound & Color", Alabama Shakes
Best Rap Performance: "Alright", Kendrick Lamar
Best Rap/Sung Collaboration: "These Walls", Kendrick Lamar feat. Bilal, Anna Wise & Thundercat
Best Rap Song: "Alright", Kendrick Lamar
Best Pop Solo Performance: "Thinking Out Loud", Ed Sheeran
Best Pop Duo/Group Performance: "Uptown Funk", Mark Ronson feat. Bruno Mars
Best Traditional Pop Vocal Album: "The Silver Lining: The Songs Of Jerome Kern", Tony Bennett e Bill Charlap
Producer of the Year: Jeff Bhasker