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26 settembre 2019

"Abbey Road" 50 anni oggi

Da molti ritenuto pietra miliare del pop mondiale
(“Rolling Stone” l'ha inserito al 14º posto della sua lista "Top 500 album").
“Abbey Road” è un lavoro dalle caratteristiche molto particolari,
dai suoni all'arrangiamento, dalle litigate isteriche dei quattro
alle riappacificazioni estatiche, dalle orchestrazioni degli archi
al primo uso del Moog, fino alle apparizioni quasi solitarie
di Paul John George e Ringo in sala d'incisione,
che già ai ferri corti sceglievano e concordavano le parti cantate
in momenti diversi della giornata pur di incontrarsi il meno possibile.

Mentre Paul era in America George in India John a giocare con Yoko
alla scoperta dei “nuovi orizzonti” (e dell'eroina)
e Ringo a spasso per la City,
in studio c'era un vero e proprio esercito di musicisti
pronti a curare suoni sapori e dettagli
perché tutto riuscisse perfettamente.
Molti pensano a “Let It Be” (8 maggio 1970)
come ultimo disco dei Beatles, ma il vero ultimo album
è stato proprio “Abbey Road”, anche se pubblicato il 26 settembre 1969.
Quindi in che senso ultimo? Perché è stato pensato concepito e suonato
realmente in sequenza, mentre “Let It Be” è quasi una compilation di brani
registrati molti mesi prima e poi riarrangiati e assemblati.
Fra le altre singolarità c'è l'invenzione del “medley” (lato B)
un incastro di colori in una lunghissima sequenza in crescendo,
un'invenzione poi ripresa da tutti gli altri gruppi successivi sia pop che progressive
(soprattutto) con le loro famose “suite”.


Ricorderete tutti il “Rooftop Concert” del 30 gennaio 1969,
dove i Beatles suonarono l'ultimo live sul tetto della casa discografica,
erano già pronti allo scioglimento ufficiale ma rimandarono tutto
alla riunione del 3 febbraio negli uffici della Apple.
Iniziava la vera fine della loro storia, Lennon Harrison e Starr che volevano risanare
i conti disastrati con Allen Klein come manager (già degli Stones)
e McCartney che invece voleva lo studio legale Eastman.
Dopo una intera notte passata a litigare uscirono in tre
lasciando Paul da solo che era già mattina e puntualmente,
non decisero nulla.
Quella notte fu solo la punta dell'iceberg che Lennon definì "morte lenta",
iniziata già con la scomparsa di Brian Epstein (il loro manager) nel 67.
Trascorsi un paio di mesi di calma apparente,
ma sufficiente a farli ritrovare di nuovo al lavoro
Paul li chiamò convincendoli a lavorare almeno per finire una facciata entro l'estate
(prima che John partisse con Yoko per i viaggi pacifisti)
tanto era sempre lui quello più testardo ed impegnato,
come fece in quell'intera settimana passata a provare solo l'intonazione vocale di "Oh! Darling".
Non a caso quel pezzo è stato poi giudicato come
la miglior interpretazione vocale di McCartney di tutti i tempi.
Ma dobbiamo ringraziare George Martin (il produttore)
fu lui il domatore di quei felini capricciosi per tutto il tempo delle registrazioni.
Il più distante (fisicamente) era Harrison il più assente (mentalmente) Lennon
ed è solo grazie alla supervisione di Martin che si deve la buona riuscita del disco
(e la tenuta del gruppo).

L'estate arrivò e gli unici pezzi pronti erano "Oh! Darling", "Octopus's Garden"
e "You Never Give Me Your Money", ballata ispirata proprio alla litigata del 3 febbraio.
Intanto la EMI era letteralmente assediata dai fan
che non capivano perché i pezzi del “Rooftop Concert” non fossero ancora in vendita,
così per calmarli fecero uscire il singolo "The Ballad of John and Yoko".

Siamo a luglio e in una sola settimana incisero nell'ordine
"Her Majesty", "Golden Slumbers", "Carry That Weight",
"Here Comes the Sun" e "Maxwell's Silver Hammer".
A fine mese arrivarono anche "Come Together", "The End", "Sun King",
"Mean Mr. Mustard", "Polythene Pam", "She Came In Through the Bathroom Window"
e ad agosto l'ultimo pezzo, "Because". Tutto fatto?
Si, ma non avevano ne' un titolo ne' un'idea di copertina
(che allora era molto importante).
Buttarono giù dei titoli in un foglio ed erano quasi convinti
che il migliore doveva essere "Everest", sia simbolicamente come apice di carriera,
che simpaticamente dedicato al loro fonico di sala che fumava sigarette solo di marca Everest...
ma c'era un problema, andare a farsi fotografare in Tibet!
Capirono al volo che non era una cosa molto conveniente e così arrivò Ringo
che disse ridendo "ma siamo in Abbey Road, chiamiamolo Abbey Road!".

E fu così che si ritrovarono ad attraversare le famose strisce pedonali
davanti agli studi per la più celebre e “misteriosa” copertina del gruppo,
dove tutti i dietrologi di allora si tuffarono (ancora oggi) per le strane coincidenze della scena
fino all'improbabile leggenda della morte di Paul McCartney.
Altri accostano quell'otto agosto alla strage di Bel Air e la morte dell'attrice Sharon Tate
uccisa dalla setta di Charles Manson.
Lui stesso ci inzuppò il pane, “ammettendo” di essersi ispirato alla canzone "Helter Skelter"
(del "White Album").

25 settembre
anche John si apprestava al lento distacco
annunciando e cantando la dipendenza dall'eroina in "Cold Turkey",
primo singolo da solista e il giorno dopo usciva "Abbey Road"
la vera pietra tombale dei Beatles.
La cosa che fa più rabbia è che in quel periodo avevano raggiunto
un tale livello di perfezione tecnica e compositiva
che non aveva eguali in nessun altro lavoro precedente e che,
non ostante le discussioni e traversie del gruppo, quello resterà per sempre
l'album più evoluto e perfetto che i Beatles abbiano mai prodotto.



Lato A

Come Together (Lennon-McCartney) - 4:20
Something (Harrison) - 3:03
Maxwell's Silver Hammer (Lennon-McCartney) - 3:27
Oh! Darling (Lennon-McCartney) - 3:26
Octopus's Garden (Starkey) - 2:51
I Want You (She's So Heavy) (Lennon-McCartney) - 7:47
Lato B

Here Comes the Sun (Harrison) - 3:05
Because (Lennon-McCartney) - 2:45
You Never Give Me Your Money (Lennon-McCartney) - 4:02
Sun King (Lennon-McCartney) - 2:26
Mean Mr. Mustard (Lennon-McCartney) - 1:06
Polythene Pam (Lennon-McCartney) - 1:12
She Came In Through the Bathroom Window (Lennon-McCartney) - 1:57
Golden Slumbers (Lennon-McCartney) - 1:31
Carry That Weight (Lennon-McCartney) - 1:36
The End (Lennon-McCartney) - 2:19
Her Majesty (Lennon-McCartney) - 0:23

Etichetta EMI, Apple Records
Produttore George Martin
Registrazione Abbey Road Studios, Olympic Studios e Trident Studios Londra, da aprile ad agosto 1969.

Pubblicazione 26 settembre 1969
Durata 47.54

10 marzo 2016

Pop&Soul i Nuovi Album in Arrivo


Ieri nella lunghissima mail delle news c'era una interminabile raffica di nomi titoli e date.
100 nuovi album di prossima uscita ma tranquilli...vi citerò solo i 18 più famosi qui in itaglia

The Three Degrees - Strategy: Our Tribute To Philadelphia (11 marzo)
Anthony Hamilton - What I'm Feeling (25 marzo)
Mayer Hawthorne - Man About Town (8 Aprile)
Melba Moore - Forevermoore (10 Aprile)
Gregory Porter - Take Me To The Alley (6 Maggio)
Corinne Bailey Rae - The Heart Speaks In Whispers (13 Maggio)
Chris Jasper - Share With Me - (Estate 2016)


Ancora in lavorazione

Michael McDonald
Chaka Khan - The iKhan Project
Evelyn Champagne King
Maxwell - BlackSUMMERSnight
Stevie Wonder - When the World Began
Erykah Badu
Anita Baker - Only Forever
Larry Coryell & The Eleventh House - Seven Secrets
En Vogue
Emili Sande - Who Needs the World?
Georgio Moroder - 74 is the new 24

16 febbraio 2016

Grammy Awards 2016






Eccoci all'appuntamento con l'Oscar della musica o come qualcun altro lo chiama
il "Sanremo degli americani". Stanotte allo Staples Center di Los Angeles è passata l'edizione numero 58 ed è stata senza dubbio la più strana e dimessa della storia, piena anche di defezioni e problemi tecnici.
Come quelli di Adele col microfono ma prontamente superati improvvisando una simpatica scenetta riparatrice salutando Kendrick Lamar...."Ti amo Kendrick, sei incredibile!".... 
Per una volta non ha vinto nulla (il suo album è appena uscito) se non il 'TopTrending' di Twitter. 


Come tutti sapete poi negli ultimi mesi abbiamo avuto una sfilza impressionante di lutti, tant' è che è stata subito ribattezzata come "l'edizione dei necrologi"!...
Tra gli omaggi quello di Verdine White fratello di Maurice (un saluto velocissimo) prima della premiazione a Taylor Swift.
Eagles e Jackson Browne per Glenn Frey, gli Hollywood Vampires per Lemmy con un inferno quasi vero sul palco dello Staples.
Lady Gaga che ha cercato di mettere tutta la sua bravura per David Bowie anche se in maniera un po' troppo compressa e affrettata. Ha scelto troppe canzoni (10) ed era impossibile rendere godibile il tutto in soli 4 minuti e mezzo.
Non ostante la sua abilità il risultato è stato goffo e senza il giusto pathos che avrebbe meritato David, peccato. Nessun tributo invece per Natalie Cole, pessima figura degli organizzatori.
Ancora più goffo e ridicolo lo strapuntino di Miguel per Michael Jackson e "Off the wall" veramente breve e compresso un po' come tutto lo show, pieno di scenette anche inutili che hanno ristretto di molto le premiazioni ma...comanda la tivvù....



Andando al sodo segnalo il trionfo di Taylor Swift e i buoni risultati di Alabama Shakes e Kendrick Lamar anche se non ha avuto la meritata consacrazione. 
Tra gli altri nomi più famosi e apprezzati anche qui in Italia spiccano Muse, Ed Sheeran, Lalah Hathaway, D'Angelo, The Weeknd, Mavis Staples, Roger Waters, John Scofield, Buddy Guy.

Ma eccovi l'elenco completo nelle due categorie :
Cat.Principale :

Album of the Year: "1989", Taylor Swift
Record of the Year: "Uptown Funk", Mark Ronson feat. Bruno Mars
Best New Artist: Meghan Trainor 
Best Rock Performance: "Don't wanna fight", Alabama Shakes
Best Rap Album: "To pimp a butterfly", Kendrick Lamar
Best Country Album: "Traveller", Chris Stapleton
Song of the Year: "Thinking Out Loud", Ed Sheeran
Best musical theater album: "Hamilton"























Cat. minore (escluse classica, gospel e regionale) :

Best Rock Album: "Drones", Muse
Best pop vocal album: Taylor Swift, "1989"
Best instrumental composition: Arturo O'Farril, "The afro-latin jazz suite"
Congrats Best Arrangement, Instrumental Or A Cappella: Ben Bram, Mitch Grassi, Scott Hoying, Avi Kaplan, Kirstin Maldonado e Kevin Olusola per "Dance Of The Sugar Plum Fairy" (Pentatonix)
Best Arrangement, Instruments And Vocals: Maria Schneider per "Sue (Or In A Season Of Crime)" (David Bowie)
Best boxed or special limited edition package: "The rise and fall of Paramount Records, vol. 2", Susan Archie, Dean Blackwood, and Jack White
Best Album Notes: "Love Has Many Faces", Joni Mitchell
Best Historical Album: "The Basement Tapes Complete: The Bootleg Series Vol. 11", Bob Dylan
Best Engineered Album, Non-Classical: "Sound and color", Alabama Shakes
Best Remixed Recording, Non-Classical: "Uptown Funk (Dave Audé Remix)", Mark Ronson
Best Surround Sound Album: "Amused to death", Roger Waters
Best Contemporary Instrumental Album: "Sylva", Snarky Puppy & Metropole Orkest
Best New Age Album: "Grace", Paul Avgerinos
Best improvised jazz solo: "Cherokee", Christian McBride
Best Jazz Vocal Album: "For One To Love", Cécile McLorin Salvant
Best Jazz Instrumental Album: "Past Present", John Scofield
Best Large Jazz Ensemble Album: "The Thompson Fields", Maria Schneider Orchestra
Best Latin Jazz Album: "Made In Brazil", Eliane Elias
Best Reggae Album: "Strictly Roots", Morgan Heritage
Best World Music Album: "Sings", Angelique Kidjo
Best Children's Album: "Home", Tim Kubart
Best Spoken Word Album: "A Full Life: Reflections at Ninety", Jimmy Carter 
Best Comedy Album: "Live At Madison Square Garden", Louis C.K.
Best latin pop album: "A Quien Quiera Escuchar", Ricky Martin
Best latin rock, urban or alternative album: "Hasta La Raíz", Natalia Lafourcade, e "Dale", Pitbull (parimerito)
Best american roots performance: "See That My Grave Is Kept Clean", Mavis Staples 
Best American Roots Song: "24 Frames", Jason Isbell
Best Americana Album: "Something More Than Free", Jason Isbell
Best Bluegrass Album: "The Muscle Shoals Recordings", Steeldrivers
Best Blues Album: "Born To Play Guitar", Buddy Guy
Best Folk Album: "Béla Fleck And Abigail Washburn", Béla Fleck e Abigail Washburn
Best Regional Roots Music Album: "Go Go Juice", Jon Cleary
Best Compilation Soundtrack For Visual Media: "Glen Campbell: I'll Be Me", artisti vari
Best Score Soundtrack for Visual Media: "Birdman", Antonio Sanchez
Best Song Written for Visual Media: "Glory", Common & John Legend (dalla colonna sonora di "Selma")
Best Music Video: "Bad Blood", Taylor Swift feat. Kendrick Lamar
Best Music Film: "Amy" (documentario di Asif Kapadia su Amy Winehouse)
Best Country Solo Performance: "Traveller", Chris Stapleton
Best Country Performance Duo/Group: "Girl Crush", Little Big Town
Best Country Song: "Girl Crush", Little Big Town
Best Dance Recording: "Where Are Ü Now", Skrillex e Diplo con Justin Bieber
Best Dance Electronic Album: "Skrillex And Diplo Present Jack Ü", Skrillex e Diplo
Best R&B Performance: The Weeknd, "Earned It (Fifty Shades Of Grey)"
Best Traditional R&B Performance: "Little Ghetto Boy", Lalah Hathaway
Best R&B Song: "Really Love", D'Angelo & Kendra Foster
Best Urban Contemporary Album: "Beauty Behind The Madness", The Weeknd
Best R&B Album: "Black Messiah", D'Angelo And The Vanguard
Best Metal Performance: "Cirice", Ghost
Best Rock Song: "Don't wanna fight", Alabama Shakes
Best Alternative Music Album: "Sound & Color", Alabama Shakes
Best Rap Performance: "Alright", Kendrick Lamar
Best Rap/Sung Collaboration: "These Walls", Kendrick Lamar feat. Bilal, Anna Wise & Thundercat
Best Rap Song: "Alright", Kendrick Lamar
Best Pop Solo Performance: "Thinking Out Loud", Ed Sheeran
Best Pop Duo/Group Performance: "Uptown Funk", Mark Ronson feat. Bruno Mars
Best Traditional Pop Vocal Album: "The Silver Lining: The Songs Of Jerome Kern", Tony Bennett e Bill Charlap
Producer of the Year: Jeff Bhasker