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28 marzo 2017

Mário Macilau, il ragazzo di strada che diventa un famoso fotografo

Grazie ad Ana Marques Maia
ricevo e pubblico con piacere questa testimonianza
che racconta la storia di un ex bambino di strada che ce l'ha fatta.
Stavolta non siamo in Brasile coi meninos che già conoscete ma in Mozambico
un posto come un altro, tanto loro sono ovunque...purtroppo.


Come i bambini fotografati per il suo progetto "Growing in Darkness"
Mário era un ragazzo di strada a Maputo.
Oggi, la sua casa ha raggiunto la dimensione di mostra permanente
ed è la testimonianza diretta del suo vissuto e della sua vittoria.

All'età di otto anni, nel 1992, lavorava già in un negozio di alimentari
ed essendo l'unico 'uomo' della famiglia
doveva assicurare il pane sulla tavola.
Aveva la sussistenza di sua madre e le sorelle
ma il padre era partito per il Sudafrica un anno prima in cerca di lavoro
dunque era lui che 'usciva'.
I suoi piccoli amici vivevano in strada
dedicandosi alla criminalità come unico mezzo di sussistenza.
Come sapete, in questi casi succede che parliamo di bambini un po' speciali
ed anche lui come tutti, terminata la sua infanzia
aveva già l'esperienza degli adulti.
Questa conoscenza così precoce e dannosa gli fu utile anni dopo
nello sviluppo del progetto fotografico "Growing in Darkness", nel 2012.

"Quando sono diventato un fotografo
non ho mai pensato che potevo fare un progetto sui bambini di strada.
Non c'era la motivazione sufficiente per me
ero anchio un bambino di strada
ma non ho mai voluto fare qualcosa per mostrarlo.
Poi mentre lavoravo per questo progetto
la mia memoria ha riconosciuto molte cose
tutto mi era familiare: il modo di essere e di vivere
la capacità di sognare e di essere qualcuno anche in quella circostanza.
Era un tributo che dovevo alla vita e ho deciso di espormi."

"I bambini di strada sono spesso oggetto di abuso
negligenza, sfruttamento o, in casi estremi
vittime di morti violente e terribili.
Ho camminato nello loro spazio privato
visitato i ponti e gli edifici abbandonati in cui vivono e dormono.
Sono luoghi impensabili, bui, umidi e pericolosi.
Non c'è nessuna disponibilità di acqua o elettricità
né di poter godere alcun tipo di comfort domestico.
Sono luoghi di morte vivente e quotidiana."

"La fotografia spesso funziona come una barriera mentale ed emotiva
tra il fotografo e l'immagine.
Tenere una macchina fotografica può creare un contorno tra i cuori
ed è per questo che la prima fotografia appare sempre dentro la mia mente."

"Ho dovuto spiegare che anchio ero come loro
e solo dopo questa posizione di amicizia ho potuto catturare la loro esistenza
l'avversità degli ambienti che frequentano, la forza dei loro corpi
spesso condannati a una morte precoce e la resilienza
con cui affrontano il disagio.
La droga e l'abuso appaiono in questo contesto
come la fuga 'naturale' dalla realtà spietata in cui sono immersi."

"Sprofondano nell'uso di ogni sostanza possibile e impossibile
fino ai farmaci più dannosi e sono in uno stato di debolezza perenne e malnutriti.
I rischi che corrono sono quotidiani sia per malattia che lesioni da incidenti stradali
street fighting, molestie da estorsori e polizia
sfruttamento sessuale di pedofili e papponi, esposizione all'abuso di sostanze
e malattie sessualmente trasmissibili."

"Usano spesso sostanze inalanti e solventi tra cui il 'rugby'
una colla a base di toluene, la loro droga preferita.
Anche lo sciroppo per la tosse e la marijuana sono di uso comune
ma si usano in gruppo e solo in occasioni speciali, costano troppo.
Alcuni di loro si fanno tre volte al giorno
un modo per sopportare e sopportarsi a vicenda.
Per le strade di Maputo, la sopravvivenza è l'unica legge
e il codice del loro comportamento dipende dall'osservazione degli altri
sia adulti che coetanei."

"Esiste nel mio cuore un conflitto tra sensi di colpa
e la necessità di intervenire sulla realtà che documento.
Focalizzare il consumo di droga, la povertà e la loro attività di lavoro
non è mia intenzione esplicita e fine a se stessa.
Il mio lavoro rappresenta un tentativo di dare loro una voce
un palcoscenico, illuminare la loro vita fragile e fugace
e per dare uno spazio dove possono comporre una loro mmagine
riflettendo su se stessi."

Mario racconta che durante la sua adolescenza
è riuscito ad istruirsi grazie all'attenzione di volontari
che lo facevano leggere regolarmente coinvolgendolo a sua volta
come volontario in attività promosse
dalle varie organizzazioni non governative di Maputo.

"Si, è così che ho imparato a parlare inglese
uno strumento che è diventato essenziale nello sviluppo della carriera."

Nel 2009 divenne fotografo dell'anno, risultando finalista
nel concorso dell'UNICEF con immagini del Sud Africa e Zimbabwe.
L'anno successivo, i suoi lavori vennero presentati in tour in Nigeria, Belgio e Spagna.
Nel 2011, la distinzione nel "BES", premio fotografico dal Museo Berardo Collection e nello stesso anno le mostre di Lisbona, Londra, New York e Berlino.
Nel 2012, l'esposizione dei suoi lavori arrivarono al festival Les Rencontres d'Arles in Francia.

"È bene ricordare che oggi uno svantaggio
può essere un vantaggio in futuro e viceversa.
Io sono una persona che non vive attaccato al passato
ecco come ho raggiunto la mia libertà.
Con questo voglio dire che sono stato un ragazzo di strada per molti anni
ho sofferto molto, ho studiato in ritardo, o meglio
non ho studiato, ma questo serve come lezione di vita.
Ho perlustrato molti percorsi, incappando molte volte
nei miei amici morti in strada a causa dei loro problemi di salute
e adesso sto andando avanti dicendo al mondo ...
HEY, SONO VIVO!"

Alcune foto della sua "Growing in Darkness"
sono a grandezza naturale per farvi godere pienamente della loro forza e bellezza









06 settembre 2016

Meninos da rua: testimonianze sul campo



Nel post precedente parlavamo più della situazione politica
ora chiudiamo la pagina di merda politica
e apriamo quella di merda sociale...






parliamo di loro







Intanto ringrazio il gruppo dei miei folli colleghi freelance
che mi aggiornano costantemente.
Questo blog grazie a loro è tradotto e diffuso anche in America Latina
e molti si stupiscono che gli italiani si stupiscano...
mi hanno appena ricordato che ormai anchio
sono esposto a controlli e censura
anche se sanno bene che non essendo molto mansueto
non me ne frega un cazzo.
Certo, se volessi atterrare a Rio potrei avere 
(minimo) qualche ritardo coi bagagli...
se non mi rivedrete, ora sapete.

Non scrivo nessun segreto di stato ma solo fatti reali
scrivo/scriviamo di bambini
anche se imparano subito a comportarsi da adulti
fumano
si drogano
si ubriacano
spacciano
rubano
mendicano
si prostituiscono
sparano
uccidono.
E allora via, vanno eliminati cancellati spariti e sparati.
Ma da dove vengono?
Di chi cazzo sono 'sti meninos?
(Questa è una delle domande più frequenti che fate)



Non sono di nessuno
nessuno li vuole
nessuno li cerca
nessuno li conosce.
Sono orfani di delinquenti e disgraziati
frutti indesiderati
sbagli irreversibili
errori di vita
maledizioni divine
scarti
rifiuti
topi di fogna
scarafaggi
e quindi vanno eliminati cancellati formattati.

La maggior parte di loro non arriva mai alla maggiore età
se non li ammazzano i justiceiros muoiono per la vita che fanno
poi ogni tanto capita che in mezzo al gruppo qualcuno sbagli la mira
e spari a un bambino "normale" ma tanto che importa, il dovere è dovere.


Ho raccolto alcuni report ufficiali, archivi di stampa
e testimonianze dirette per far capire
a chi ancora avesse qualche dubbio
CHE E' TUTTO VERO...ACCADE...SUCCEDE

ho inserito anche report datati di anni
per darvi un'idea della dimensione temporale di questa tragedia

Prendete una media di 20.000 morti l'anno
e moltiplicatela per 50 (anni)
fa UN MILIONE
ed è solo una media (bassa)
e non parliamo di soldati caduti in battaglia
ma di BAMBINI



Nell'ordine

Ana Paula Oliveira, una madre che ha perso suo figlio
Alessandro Oppes, giornalista di Repubblica
alcune istituzioni (ONU e Amnesty International)
Andrea Franzini, un missionario italiano
che combatte sul posto da 20 anni.
Padre Gianpietro Carraro, fondatore della Missione Belem


Ho tralasciato le testimonianze più truci e sanguinose
in cui si parlava di abusi e pratiche aberranti
da parte di poliziotti e squadroni della morte.
Di quelli ho già ampiamente scritto per un anno intero
nei post più vecchi e su twitter.

Ok andiamo.....



Ana Paula Oliveira (2016) : La polizia di Rio ha ucciso mio figlio

"Il mio nome è Ana Paula Oliveira, sono pedagogista e ho 39 anni. 
Nata e residente nella comunità Manguinhos
nella zona nord di Rio de Janeiro
io sono la madre di Johnatha, aveva 19 anni quando è stato ucciso dalla polizia 
con un colpo alla schiena nel 2014, l'anno della Coppa del Mondo.

Tutta la nostra famiglia è qui .
Le mie due nonne sono arrivate ​​nella baraccopoli 
dopo essere state rimosse dalle loro case a Castagna e Pinto Beach.
Nel 2012, hanno cominciato a rimuovere i residenti dalla mia strada.

La mia famiglia ed io eravamo gli ultimi della lista. 
La nostra rimozione ha avuto luogo nel mese di ottobre 2013 
e ha portato molta sofferenza. 
A quel tempo, ho anche pensato che sarebbe stata
la più grande tragedia della mia vita.
Mi sbagliavo.


Il 14 maggio 2014, un mese prima della Coppa del Mondo
la polizia militare dello stato di Rio de Janeiro
ha ucciso mio figlio Johnatha con un colpo alla schiena. 
Mio figlio era disarmato e non aveva nessuna connessione
con le bande criminali. 
Eppure la polizia ha affermato di avere agito per auto-difesa.
Il caso è stato indagato solo perché c'è stata una grande mobilitazione 
della mia famiglia e della mia comunità.
Siamo ancora in attesa del processo.
Johnatha era un ragazzo affettuoso e caro per tutti gli amici e familiari. 
Non sono mai stata chiamata dalla scuola per qualche
comportamento scorretto.
Sognava di diventare un paracadutista e amava danzare.
I poliziotti che hanno ucciso Johnatha sono già accusati di tre omicidi 
e altri due tentati omicidi. 
Dopo aver ucciso lui hanno continuato impuniti
il loro lavoro per giorni.

Ci sono stati almeno altri otto morti, l'ultimo registrato
questo mese di giugno. 
Un ragazzo è stato ucciso dal taser e un altro
è stato picchiato a morte; il resto con armi da fuoco
e colpi alla testa e alla schiena. 
Tutti erano giovani neri. Quando qualcuno muore
io e altre madri cerchiamo le famiglie per fornire il nostro supporto. 
Ma ciò che realmente vogliamo è che la polizia smetta di uccidere.

Due anni sono passati dalla morte di Johnatha.
Sto scrivendo questo testo qui a Ginevra. 
Sono venuta per partecipare a una riunione del Consiglio ONU 
a parlare di violazioni dei diritti umani legate ai mega eventi sportivi
a Rio de Janeiro, ho molta paura delle prossime Olimpiadi.
E 'vero che l'essere in Europa è già una grande vittoria
fuori dalla baraccopoli con la responsabilità di rappresentare
migliaia di madri. 

Per noi che viviamo in invisibilità e siamo in grado
di dare voce ai nostri figli è molto importante.
Spero che la gente ascolti le nostre testimonianze
per cambiare questa realtà.

La mia unica certezza è che le Olimpiadi passeranno
ma io continuerò a lottare contro chi ha ucciso mio figlio.
Devo trovare giustizia in nome dell'amore che provo per Johnatha
e contribuire perchè casi come questo non accadano mai più.
Nessuna madre merita di passare attraverso questa esperienza!".

Ana Paula Oliveira


















Di ALESSANDRO OPPES
ho tratto un articolo dall'archivio di Repubblica  del 1996 

L'uomo seduto sul sedile posteriore mi puntò una pistola alla tempia e mi disse: 
'Adesso ti faccio schizzare via il cervello' . 
La macchina continuava ad andare 
poco dopo lui premette il grilletto". Wagner dos Santos oggi ha 22 anni.
Quella sera di luglio nell' inverno tropicale di Rio de Janeiro
c' era anche lui sulla piazza della Candelaria quando arrivò il commando
di poliziotti in libera uscita. 


Aprirono il fuoco su una folla di ragazzi che giocavano a pallone sul sagrato 
e sui meninos de rua che dormivano davanti al portone della Cattedrale. 
Ne uccisero sei, altri due cadaveri vennero trovati poco
più tardi in una strada vicina nel cuore finanziario della capitale carioca. 
C' erano almeno settanta persone sulla piazza della Candelaria, 
ma Wagner è l' unico che abbia accettato di testimoniare in tribunale.

Nonostante tutto. Nonostante quella notte gli abbiano sparato
senza poi infierire perché lo credevano già morto. 
E nonostante gli altri due tentativi di omicidio ai quali
scampò nei mesi successivi: un giorno gli spararono alla testa
un' altra volta alle spalle.
Da due anni Wagner è al sicuro in Svizzera, ora è tornato per raccontare 
davanti ai giudici la brutalità degli squadroni della morte, per dire tutto 
sulla fine dei suoi amici: giubbotto antiproiettile, occhiali scuri, berretto da baseball
impermeabile lungo, Wagner ha scioccato il Brasile con la sua testimonianza.

Ma nell' aula del tribunale di Rio - circondato da un cordone 
di oltre cento poliziotti mentre per strada i gruppi per la difesa dei diritti umani 
manifestavano la loro rabbia è stata un' altra testimonianza
il fatto più sconvolgente all' apertura del processo.

Marcus Vinicius Borges Emmanuel, 29 anni, uno dei tre agenti
accusati del massacro della Candelaria insieme a un altro complice
ha ammesso di aver partecipato alla strage. 
"Feci fuoco e ancora fuoco. Non vidi neppure chi era e che fine ha fatto". 
Poche ore più tardi Marcus Vinicius è stato condannato a 309 anni di reclusione
ma la legge brasiliana stabilisce che passerà in carcere solo 30 anni.
E' la prima volta che un poliziotto brasiliano confessa di aver fatto parte 
di uno degli squadroni della morte ingaggiati dai commercianti per eliminare 
nel più drastico dei modi la criminalità infantile.

Lo fanno per arrotondare il magrissimo stipendio 
(250-300 dollari al mese per un agente semplice 
contro i 5000 dollari ai quali può arrivare un commissario di polizia)
oppure perché sentono di dover compiere la missione di "ripulire" la società.

"Ma questa volta potremmo essere di fronte a una svolta"
dice al telefono dall' aula del tribunale di Rio James Cavallaro
direttore per il Brasile di Human Right Watch. 
"Speriamo che con questa sentenza si possa finalmente spezzare
il ciclo dell' impunità anche perché se non avessero punito i responsabili
questa volta sarebbe stato un segnale terribile davanti a tutto il mondo".

(Infatti tutto è cambiato da allora …in peggio)

Le istituzioni internazionali (perfino loro) 
hanno aperto gli occhi e perfino la bocca, meglio tardi che mai.
Sono solo dei comunicati che non aggiungono niente
ma comunque importanti e per il solo fatto
che siano stati divulgati ci conforta sapere
che anche loro si stanno degnando di fare un po' di luce.



2014 'Comitato Onu sui Diritti dell’infanzia'

"Abbiamo riscontrato un più elevato numero di esecuzioni sommarie 
di bambini negli ultimi mesi, accompagnate
dall’impunità della polizia brasiliana
direttamente coinvolta negli assassini".













2015 'Amnesty International':

"denunciamo esecuzioni extragiudiziali con la formula 
della «resistenza all’arresto» e segnaliamo che si tratta del 16%
degli omicidi avvenuti a Rio de Janeiro
negli ultimi cinque anni.
In molti casi le ferite provano che la vittima stava scappando
quando è stata raggiunta da un proiettile, o era in ginocchio.
Non ostante la nostra sia una organizzazione riconosciuta
a livello mondiale non siamo stati in grado di accedere
all'archivio generale della sicurezza".


Ed infine la testimonianza di Andrea Franzini
missionario cremonese da 20 anni impegnato in Brasile 
nella difesa dei diritti umani


"Purtroppo non c'è nulla di più vero e sconvolgente.
Centinaia di bambini sono stati uccisi per ripulire le metropoli
in vista dell'Olimpiade 2016.
Quando dico centinaia non sto parlando all'anno ma al mese.

La situazione qui ormai è catastrofica, anche io come tanti
che cercano di denunciare rischio l'arresto ogni giorno o peggio la morte.
Ma oramai non ci faccio più caso.
Su 50.000 omicidi l'anno, 30/50 al giorno sono bambini e adolescenti.
Lo stato parallelo di droga e armi esiste e domina su tutto.
I bambini reclutati nello sfruttamento infantile (infantile...non minorile)
sono 4 milioni per quelli più grandi che non vengono uccisi
c'è l'arresto immediato (ne sono stati già ingabbiati 30.000)
basta aver commesso il 'reato'di camminare senza scarpe
sulla spiaggia di Ipanema e si viene ammanettati.

Gli squadroni della morte degli anni 70 e 80 esistono ancora
ma oggi agiscono in maniera molto più raffinata.
Si occupano del cosiddetto 'igienismo', cioè controllare la spazzatura
... cioè...i bambini
uccidendoli sul posto oppure in maniera più elegante
dirottandoli verso altri tipi di morte
dai capi clan o trafficanti per esempio, sapranno poi loro
come 'impiegarli'
al consumo e allo spaccio autoalimentando il loro circuito
di morte senza fine.



Quando i telegiornali vi fanno vedere che la polizia entra nelle favelas
per fare 'opera di pacificazione' non credeteci MAI è una truffa,
è la comparsata mediatica per dire al mondo:
guardate quanta fatica ed impegno lo stato mette in questa
'difficile causa sociale'....applauditeci!
Ci sono 3 grandi 'partiti' che controllano il territorio
e il mercato di armi e droga di conseguenza
anche il materiale (i bambini)

1) le fazioni criminali
2) la polizia
3) la milizia (gruppi organizzati di ex poliziotti)

Se anche LA POLIZIA è uno dei tre attori protagonisti
sfuggire al massacro o anche solo denunciare è impossibile
per chiunque si 'intrometta'.
Ecco, questo è il florido Brasile che vogliono farvi credere".

.................

E' evidente che si tratta di un problema gigantesco
che nessuno ha potuto/voluto affrontare e risolvere
così si accetta che poliziotti più o meno deviati
se ne occupino regolarmente per consentire una vita sicura
sia ai quartieri che alle attività commerciali e al turismo.
Per sopravvivere mendicando o rubando
frequentano le zone più ricche e affollate della città
così è ormai prassi comune che lo stipendio del poliziotto
venga arrotondato dai profumati straordinari
pagati da associazioni di cittadini e imprenditori
che esigono sicurezza e pulizia (ordem e progresso..)

A me i preti non piacciono anzi, li sterminerei
ma non bisogna generalizzare, usiamo il dono del discernimento...
Padre Gianpietro Carraro (a sinistra nella foto e in fondo nel video)
è fondatore di "Missione Belem"
una delle più famose e attive organizzazioni umanitarie in Brasile.
Solo i più fortunati incontrano volontari e missionari come lui e Andrea
e solo una piccola percentuale di loro viene salvata educata e cresciuta
certo, il numero dei meninos è talmente grande


che i volontari non potranno mai farcela da soli.
ma è pur sempre qualcosa nel nulla che li circonda



Occorre un programma sociale concordato
e programmato insieme a pubblico e privato
fra stato e associazioni
e che possa agire dentro regole umane e civili non MILITARI
quelli dedichiamoli al terrorismo non ai meninos 
solo così (forse) si riuscirebbe a controllare e rigenerare 
un tessuto devastato da decenni di sangue miseria e terrore
ma è fatica costa troppo ci vuole troppo tempo 
e si fa prima a sparare, vero ....Dilma?





Credits :

Ana Paula Oliveira
Alessandro Oppes
Andrea Franzini
Padre Gianpietro Carraro
Missione Belem
Tiziana Alterio
IlMediterraneo portale

FORZA RAGAZZI.... BOA SORTE !






05 settembre 2016

Meninos da rua ultima fermata (solo per Dilma)


Solo per Dilma perché lei lascia il volante del carro funebre
ma la strage continua e lo guiderà qualche altro becchino
finché il mondo non si sveglierà
da questo letargo della coscienza che dura da generazioni
e non fermerà l'interminabile funerale dei 'meninos'.

Manca una decenza civile che condanni la repressione violenta
e ricolleghi i fili della ragione
il corto circuito è talmente grave ed esteso
che in questo paese (apparentemente) così allegro e positivo
la muffa dell'ignoranza e la cultura della morte regnano indisturbate.

I carboni accesi dalla dittatura sono ancora caldi
e ben nascosti sotto la cenere di un progressimo finto fallito e decadente
e meno male che ogni tanto qualcuno si brucia come la nostra 'amichetta'.
All'indomani dell'impeachment chiudo la storia così come l'ho iniziata un anno fa
con l'immagine di questa beota orgogliona e serena.



Dice che ha conosciuto anche la sofferenza ma
a quanto pare non ha imparato nulla visti gli ultimi 6 anni.
Voglio giocarmi la carta del dubbio
(sempre utile averne qualcuna).
Forse è solo incapace o forse un giorno si pentirà
getterà la maschera o si sveglierà dal suo sonno
e ce la ritroveremo redenta e missionaria per le vie di Rio
sii sii.. eccerto... basta, le carte son finite.

Mentre vi scrivo noto che sui social gira ancora voce
che quelle dei meninos siano tutte bufale inventate per screditare il Brasile
e che la poverina è la vera vittima innocente
di un potere oscuro e cattivone
che ha deciso di distruggerla.

Sono molti mesi (un anno)
che cerchiamo di informare/sensibilizzare
eppure ancora si sentono voci 'dubbiose'
capisco che c'avete tanto da fa ('na volta coi selfie n'altra volta coi pokemon)
ma ogni tanto staccate la faccia dalle stronzate e leggeteci
informatevi cercate frugate
e fatelo sempre, su tutto..non solo su questo tema
che certo può essere poco digeribile ma comunque
suvvìa, nono siate "webeti"...

Storia e non leggenda
storia tragica e verissima
altro che bufala
altro che povera vittima.
Qui l'unica bufala che esiste è lei
e le povere vittime
sono sotto i suoi piedi lordi di sangue.

Lei è solo l'ultima di una lunga serie di orrendi figuri
che camminano sopra quei corpi senza ritegno
senza pietà senza nessuno scrupolo
senza farsi domande
sempre avanti come automi impazziti
con la bella scusa della 'tolleranza zero'
e l'approvazione generale del popolo (il popolo...).

Molti ancora pensano che la polizia
sia costretta a intervenire solo periodicamente
o in occasione di qualche evento straordinario
ma questa storia terrificante non è una parentesi periodica
è sistemica è programmata e non comincia né oggi né ieri
non c'è bisogno di olimpiadi o mondiali di calcio.

La povertà delle favelas è stata fatta crescere fuori controllo
ha generato violenza che ha alimentato altra violenza fin dagli anni 60.
La dittatura militare in Brasile durò venti lunghissimi anni e si concluse nel 1984.
La nostra gilma allora faceva la combattente guerrigliera col mitra in mano
e questo 'dettaglio' mi fa ancora più incazzare
sapendo quel che ha combinato dopo.

Politica e cifre

A me il sòr Lula non è mai piaciuto neanche lui 
ma almeno gli posssiamo riconoscere
il merito di pragmatismo e intelligenza strategica
Nel 2010 lascia un Brasile in netta espansione:

1) inflazione sotto controllo
2) bilancia commerciale in attivo
3) dollaro a 2 reais
4) disoccupazione al 5%
5) PIL +7,5%
6) diritto acquisito per Coppa del Mondo di calcio & Olimpiadi

che altro si può chiedere al capo del "Partido dos Trabalhadores" (PT)
 il nostro comunistone pro-lavoratori
ex-sindacalista metalmeccanico
una specie di Landini illuminato
che ha fatto fuoco e fiamme ovunque
subito adottato come scintillante esempio dai sinistri de noantri



ancora non sappiamo se era/èil capo dei corruttori o soltanto un ingranaggio
però sappiamo che anche lui s'è messo a fare il rosticcere con la brava aiutante
e tra una falce e un martello
è spuntata la calcolatrice
solo che Petrobras era un po' grandina da controllare
troppi  forni e fornelli
troppi arrosti e troppo olio (nero)
ma si sa, la banda c'avéa fame
il riscatto del coatto...dopo tanto mitragliar era giunta l'ora
e la cassiera è stata svelta a riempire le casse (del PT)
OH MI RACCOMANDO HO DETTO...PT mica pd...non sia mai.

L 'Operação Lava Jato' (Operazione Autolavaggio)
ha smascherato in tutto il Brasile tutti gli altri bassotti
della banda coi relativi giochetti di bilancio degli alti dirigenti
(già arrestati o incriminati).
Sono stati contabilizzati 'solo' dieci milioni di Real
bruscolini, ma alla data di questo post
l'inchiesta è ancora aperta.

Si vabbè ma tanto..la sòra gìììlma era 'solo' l'aiutante/cassiera/cameriera...
no, non proprio
era presidente del consiglio di amministrazione
e Ministra dell’Energia..gnente gnente
ma oggi ha detto che lei del forno non ne sapeva un emerito cazzo
(sparecchiava...)



Lo stesso Lula è oggi indagato e forse verrà arrestato
così da brava cagnetta riconoscente
ha pensato bene di gonfiargli un bel salvagente
nominandolo ministro (con immunità). 

Oggi è lei la vittima sacrificale
raccontan al mondo che è stata la crisi mondiale e cattivona
a portare il paese in difficoltà
non solo, minaccia pure che tornerà presto (a che ora?)
lo sa bene anche lei che è finita, fottuta, azzerata. 

Luiz Inácio Lula da Silva ha fatto un solo macro-errore  (dopo rubare)
enorme quanto il territorio del SudAmerica 
nominarla sua erede.
Peggior disgrazia non poteva capitare a questo meraviglioso paese
che amo/amiamo per la musica per Ayrton, per il calcio e...molto altro.


Ma torniamo a gìììlma
Questa dannata stronza ladra assassina e tutto l'entourage
ha tollerato di tutto, compreso lo sterminio dei bambini.
Certo, era troppo impegnata a contare col pallottoliere
per lei quelle sono merde ambulanti
puzzano rubano fanno casino si prostituiscono si drogano
ma soprattutto sputtanano l'immagine e danneggiano il turismo.

Avanti tutta (contro il muro)
l'importante è violare la Costituzione
la Legge di Responsabilità Fiscale
giocarsi i prestiti di banche pubbliche
truccare i conti federali
firmare i decreti senza autorizzazione del Congresso
e poi alè, un bel sorriso
e fammi la fotina, coglione!


Questa pazza scatenata ha portato il Brasile
alla peggiore crisi economica della storia, peggio del '29:

1) PIL -3,8% nel 2015 e -4% nel 2016
2) inflazione in orbita siderale a quota 11%
3) disoccupazione dal 4,8% all’11,3%
4) deficit primario di 170 miliardi di reais nel 2016
(nel 2010 aveva un surplus di 101 miliardi)

Cifre greche
col giocattolone Petrobras che oggi è l’azienda più fottuta al mondo
e il settore elettrico che per gli stessi metodi seguiti
sta subendo l'identico tracollo.

E Temer? (Michel Miguel Elias Temer Lulia)
E' solo un regolamento di conti fra ladri.
Infatti anche lui è a rischio impeachment
perché se hanno falsificato i bilanci pubblici
lo hanno fatto insieme, quando lui ricopriva l’incarico di vice.
I miei amici brasiliani mi raccontano di vivere in un limbo
non cambierà nulla e anche lui sarà inchiodato dal passato
in un presente di incertezza e falsità che non darà nessun futuro
né a lui né al Brasile.
Certo, può sempre accadere un miracolo una conversione
un'inversione ad U, ma anche lui è troppo sporco di fango
(e petrolio) per proporsi come "il nuovo".

"Gigi, è una cosa triste
noi non crediamo più a nulla e a nessuno
ma qui non siamo in Italia...
lo sopporteremo finché potremo ma poi
se non sarà lui ad andarsene saremo noi a cacciarlo
vedrai lo faremo te lo prometto!
Lui fa parte della stessa merda che lo ha preceduto
lo hanno messo li per tenerci buoni ma non durerà"

(dalla voce di un collega Freelance di Brasilia)


 SECONDA PARTE: le testimonianze di protagonisti, volontari e missionari


10 gennaio 2016

Brasil 2016


Vi aggiorno, anche se preferirei evitare. Gli amici/colleghi "giornalai" di Rio e Brasilia sono sempre così sconfortanti...ok, prendiamola larga. La moneta è scoppiata l'economia è in affanno il caos regna sovrano e Dilma galleggia. Mentre i giudici indagano sulla diffusa corruzione a Petrobras, il Congresso deciderà se spedire in tribunale 40 legislatori implicati nello scandalo. Tra loro ci sono i presidenti delle due Camere e la stessa Dilma Rousseff, la cui popolarità resta ormai a una sola cifra dopo gli atti di accusa pesantissimi di 'manomissione di conti pubblici'. Ma a noi interessano i "meninos" non le beghe di palazzo.
Alcuni mi hanno scritto che su Dilma Rousseff avrei un odio mirato e personale ma non è così.
Chiunque al suo posto sarebbe stato criticato sollecitato bombardato di messaggi pubblici e privati per chiedere anzi, PRETENDERE giustizia per questi bambini massacrati. Non a caso il signor Lula e tutti i predecessori hanno usato lo stesso metodo mafioso/compiacente verso l'incredibile sterminio di stato che ormai chiamano "derattizzazione". Dilma non è che l'ultima della lunga serie e noi combattiamo per questo, perché sia veramente l'ultima.
Ora c'è una "novità"... non si bada più alla nazionalità, basta essere sporchi randagi e puzzolenti, com'è accaduto al piccolo Vitor, indiano di 2 anni ( DUE ANNI ! ). 
Un uomo accarezzando il suo viso gli ha infilato una lama al collo. Era un indiano del popolo Kaingang, il suo nome era Vitor Pinto, sua madre era sul posto e lo stava nutrendo quando l'uomo gli ha trafitto la gola. 
La sua famiglia, come altri del villaggio in cui viveva, era venuta in città a vendere gli articoli di Natale. 
Era mezzogiorno del 30 dicembre 2015 e anche in questo caso tutto è passato via liscio senza clamore mediatico e segnalato solo dai miei "giornalai" del posto, per il resto, avanti tutta senza versare una lacrima, buon Natale! Ma le campane non hanno suonato per Vitor, colpevole di passare le sue giornate sul pavimento di un autobus, come spesso si adattano mendicanti, bambini di strada, ubriachi, puttane, pazzi, emarginati e ora indiani.....Di Vitor non c'è nessuna immagine nessun volto social quindi, la sensibilità non è stata "urtata" come nel caso del siriano portato dal mare (e poi era Natale..).

Che 2016 sarà per questi disgraziati? Beh visto come è trascorso il 15 non c'è molto da sperare, da nessuno, tantomeno dai cosiddetti "progressisti di sinistra" fra i quali si è distinto un certo Fernando Furtado, deputato del Partito Comunista del Brasile (PCdoB) insignito come "razzista dell'anno" dall'organizzazione "Survival International" per la sua dichiarazione antologica : "Qui a Brasilia vediamo sempre questi indiani in t-shirt e sembra tutto ok ma è piccola feccia in un branco di figa e poi quegli altri con loro che sono certamente froci, sono sicuro, tutti froci. Ecco, indiani froci e finocchi non sono affatto in grado di lavorare né produrre, sono davvero negativi per noi e sporcano le cartoline dei nostri bei luoghi".

....Ordem & Progresso...




05 novembre 2015

Bom dia Dilma


Qualcuno chiede notizie sulla Rousseff e perché abbia smesso di parlarne.Non ho affatto smesso anzi, su pagina fb e profilo twitter sono sempre in bella vista i miei "saluti".
Ma se proprio insistete, vi accontento subito carissimi amichetti del web.

Questa è la situazione aggiornata:

1) ‪#‎MeninosDeRua‬ e già lo sapete.

2) La Corte dei Conti brasiliana ha rigettato il bilancio 2014 in quanto falsato per ottenere denaro dalle banche di Stato.

3) La Corte Suprema Elettorale ha aperto un’inchiesta lo scorso 4 ottobre per fondi illeciti in campagna elettorale col suo collaboratore Michel Temer.

4) Come il suo predecessore (Luiz Inacio Lula da Silva) anche lei è coinvolta nello Scandalo Petrobras, il gigante petrolifero che versò tangenti per oltre 2 miliardi di dollari al suo "Partito dei Lavoratori" (dei lavoratori....).

5) Impeachment sempre in sospeso. La richiesta di messa in stato d’accusa è stata già avanzata tempo fa, ma il presidente della Camera (Eduardo Cunha) si trovava nella sua stessa condizione e così venne raggiunto un accordo tra i due volto al differimento.

6) Qualora i magistrati la riconoscessero colpevole, verrebbe annullata la vittoria alle presidenziali. Per la cronaca il concorrente (Aecio Nives) ottenne solo 3 punti in meno rispetto a lei.

Contenti? Tuttavia non è che si possa ogni giorno pensare a lei e al Brasile, abbiamo anche noi le nostre Dilma ... diciamo

14 ottobre 2015

BRASILE: meninos da rua, non si può e non si deve tacere, chi lo fa è suo complice



Nonostante si parli di Brasile, stavolta il post è tutt'altro che musicale. Pensavamo che fosse una storia vecchia e passata invece non solamente continua da anni ma peggiora.

In Italia la prima a sensibilizzare i media è stata Fiorella Mannoia, poi il silenzio e l'indifferenza più totale.
Lo schifo non si ferma e sta accadendo ora adesso mentre leggete.
Di chi stiamo parlando... mafia locale? Bande? Trafficanti assassini?
No, della POLIZIA brasiliana e relativo governo della "PROGRESSISTA" Dilma Rousseff, che tollera (come hanno già fatto i suoi predecessori) e prosegue imperterrita e sorridente, ogni abominio possibile verso i piccoli di strada nei quartieri di Rio. Il Comitato sui diritti dell’infanzia parla di “piano di pulizia” una strage di piccoli si ma, non abbastanza umani per loro, bestie ratti escrementi. Così vengono trattati per consentire il "decoro" e la "decenza" in vista delle prossime olimpiadi 2016 ed in onore gloria e compiacimento dei benestanti del luogo che protestando per il cattivo odore che queste bestie umane causano di continuo infilano mazzette purché si faccia ordine.
Stiamo parlando dei “meninos de rua”, i piccoli senzatetto sparsi ovunque che "vivono" (si fa per dire) sulla strada, mangiando rifiuti, facendo elemosina, prostituendosi e commettendo qualsiasi tipo di reato possibile pur di sopravvivere. Amici e colleghi di media brasiliani raccontano di scene agghiaccianti e indescrivibili a parole, loro stessi hanno faticato a raccontarle e loro stessi vivono nel terrore per i ricatti e le minacce che un qualsiasi funzionario-becchino li possa scoprire a fotografare o raccontare al mondo quanto avviene, ma ormai grazie ai tanto vituperati smartphone qualcosa si vede e non possono più nascondere nulla.


Usano sistemi inimmaginabili anche solo per una derattizzazione, si sono "ingegnati" con bastoni pistole sostanze chimiche e arpioni, avete capito bene, vengono arpionati e buttati in cassoni della spazzatura per poi essere inceneriti...non si riesce neanche a scrivere!...In queste ultime settimane piano piano (TROPPO PIANO) è ricominciato il tam-tam via internet e grazie alla denuncia dei media locali, all’organizzazione Human Rights Watch e all'ONU (miracolo!)... è uscita una forte (!) protesta ufficiale nei confronti del governo della "signora" Dilma :

Fonte ONU: «Esiste una violenza generalizzata da parte della polizia – affermano – specialmente contro i ragazzi di strada e quelli che vivono nelle favelas. Siamo seriamente preoccupati, e chiediamo al governo brasiliano l’approvazione immediata di leggi che proibiscano anche la detenzione arbitraria».

Fonte quotidiano “Estado de S.Paulo”: «Le forze dell’ordine sono direttamente coinvolte nell’elevato numero di esecuzioni sommarie di bambini – ha detto la vice Presidente del Comitato, Renate Winter – ancora più numerose a Rio de Janeiro, dove è in atto un’ondata di “pulizia” che mira alle Olimpiadi per presentare una città senza problemi. Abbiamo avuto informazioni concrete in merito, e ovviamente i responsabili non sono mai stati puniti».

Certo, acqua fresca per lei e la sua banda di assassini, ma almeno si è resa pubblica e ufficiale una vicenda sempre commentata con superficialità e indifferenza. C'è ancora molta gente disinformata e incredula.
Qui in Italia sta uscendo timidamente qualcosa (in fondo al post avete il link del programma di Radio3 "Tutta la città ne parla", puntata del 12 ottobre scorso) ma il resto si fa qui dentro la rete con twitter facebook e tutte le piattaforme disponibili.
Ho creato abbastanza casino e incredulità anche tra i miei follower...che non capivano se fosse vero o se stavano impazzendo tutti improvvisamente e quasi nessuno di loro sapeva di questa storia. 
Ho contattato diversi personaggi pubblici e "Stars" italiane (ma detto fra noi...) molti si sono rifiutati di postare, lavorano in Rai, Mediaset, Repubblica, Confindustria, Palazzo Chigi....capite bene che il linguaggio esplicito per loro non è prudente...certo certo...conosco il probbblema (ero in Rai negli anni 90).

Ok, ma ora basta, chi c'è c'è. Dobbiamo usarli questi cazzo di social ma per davvero (tra un selfie e l'altro). 
Se vi va, postate e spammate il mio foto-tweet per la "signora" Dilma Rousseff.
Non si può, non si deve tacere chi lo fa è suo complice.

L'ho firmato io, così non rischiate di perdere il posto...